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Lidia Menapace: "Non si può essere indipendenti nella testa se si dipende nei piedi"



L'eredità start 00:46:25end 00:51:43 Lidia parla della sua eredità, civile, spirituale e materiale.trascrizione LIDIA MENAPACE: "Intanto io mi impegno a campare il più che sia possibile.
Prima di tutto perché io amo molto stare al mondo, nonostante tutto. Mi piace molto e mi piace avere anche, anche essere ricambiata di questo.
Per esempio: io giro moltissimo come una pazza, come una vagabonda e generalmente chiedo, a chi mi invita, il rimborso delle spese vive. Se si tratta un'istituzione chiedo il cachet che danno a qualsiasi relatrice o relatore perché non penso affatto di dovermi vendere a buon mercato per dire, ma se si tratta invece di associazioni di donne o volontariato chiedo solo il rimborso delle spese di viaggio - e poi spiegherò anche il perché - e però l'ospitalità presso famiglie di compagni o compagne, non alberghi - quindi sono a buon mercato comunque - ma poi soprattutto perché mi sembra che mettere in moto una catena di ospitalità è una cosa per cui mi piacerebbe essere ricordata: che a casa mia posso dormire tranquillamente tre persone, basta che mi avvisino perché io sia in casa, questo sì, che non sia vagabondando. Ma mi piace moltissimo: lascerei l'ospitalità.
Lascerei anche un po' di dittatura della casalinga - scherzo, perché io una volta ho scritto sulla dittatura della casalinga, quella che mette le pattine sotto i piedi, che riluce i pavimenti, che non è proprio tutta da buttare; io non penso che… appena un uomo che sa fare il risotto: "Oh, sa fare il risotto!"; D'Alema è passato alla storia per sapere fare il risotto. Chiunque di noi sa imbastire un risotto e pastasciutte varie, persino le lasagne, quindi sarei per far cadere un po' dall'alto anche questa cosa: "Guardate come siamo brave!". Ciascuna di noi fa la professoressa, mettiamo, che è la cosa più frequente, e nello stesso tempo fa anche la spesa, cucina ecc.
Allora sarei per sindacalizzare un po' questa roba; un'altra cosa che vorrei lasciare è anche una specie di sindacalizzazione, nel senso che io sono stata cinquantadue anni moglie dello stesso marito, felicemente, serenamente, era un tipo non tanto abile invece nelle cose di casa, minimamente, da buon trentino c'aveva una mamma e una sorella, figurarsi… io però non ero tanto contenta di questa sua trentinità, sotto questo aspetto, per cui, avevamo deciso che siccome a me piace cucinare, cucinavo io però lui faceva la spesa. Però se gli dovevo anche ricordare che cosa doveva comprare facevo più presto a comperare io; quindi se fai la spesa vuol dire che ti accolli di fare la spesa! Come fai a uno a cui vuoi bene a fare il rimprovero, non va. Allora io ho lasciato che si vuotasse il frigo, il giorno che è arrivato il frigo vuoto ho detto: "ma sei proprio di una gentilezza straordinaria, non sapevo che oggi volessi invitarmi fuori a pranzo!", e lui: "ma, veramente …", "se non hai fatto la spesa io cosa cucino?": giuro che non se ne è dimenticato mai più.
Una sindacalizzazione è avvenuta, una divisione dei compiti, bisogna che la casalinga sia abbastanza autorevole da poter imporre una… allora lascerei volentieri anche questo: che nelle relazioni più o meno stabili che stabiliscono con un'altra persona una certa divisione del lavoro conviene che ci sia, e chi lo deve imporre? ma chi lo faceva prima!
Dunque, cominciamo delle cose materiali: del condominio in cui abito, i miei nipoti di sangue - ho già fatto, come si dice, la nuda proprietà - quindi va a loro sono quattro, due di mio fratello, due di mia sorella; i libri vanno tutti al Comune di Bolzano, se non li vuole alla Provincia, e mi piacerebbe molto che nel Movimento delle Donne venisse accettata la Convenzione come forma organizzativa perché quella sarebbe l'eredità più straordinaria, per quello che mi riguarda, che potrei lasciare al Movimento delle Donne; l'ho detto invece di scrivere nel testamento, che poi nessuno imparerebbe a guardare, si sognerebbe di andare a vedere, così abbiamo un mezzo per comunicare questa cosa. La Convenzione è che ciascuno di noi ha casa, più o meno, ma non abita volentieri solo a casa quindi esce e conviene in un luogo pubblico qualsiasi, può essere un mercato, una piazza, un salone eccetera … e lì che cosa fa? Fa delle scelte per la propria Convenienza, questo aspetto è il più difficile da ottenere; il Movimento delle Donne ama le cose che gli fanno male, c'è questa idea sacrificale della donna; invece io convengo, facciamo delle feste, benissimo, facciamo delle mangiate, perfetto, facciamo delle ballate. Mi piacerebbe molto che il 2 Giugno diventasse come il quatorze juillet in Francia, che si balla tutta la notte perché è stata presa la Bastiglia. Cambiamo un po' anche questo atteggiamento poco festoso delle nostre solennità e invece facciamo balli, canti, eccetera; ecco, la Convenzione è questo."
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