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Lidia Menapace: "Non si può essere indipendenti nella testa se si dipende nei piedi"



Rosa Luxemburg start 00:33:19end 00:38:30 Lidia affronta la questione del dominio maschile presente non solo nel Governo Italiano ma in tutto il mondo. Affronta poi il tema della crisi del Capitalismo secondo la visione di Rosa Luxemburg.trascrizione LIDIA MENAPACE: "Perché c'è qualche ministra che dice: "io sono ministra?".
È lì perché Renzi ce l'ha messa, ha accettato già che la sua… è una cosa piccola della sorte una persona essere ministro o ministra, sembra che non sia non particolarmente rilevante; ma ce n'è una sola - e sono tutte belle, ben vestite e pettinate, parlano bene, sono colte, ripetono benissimo le lezioni quasi come fossero parole loro - ma ce n'è una che ha mai parlato una volta delle donne?
Perché ancora esprimere se stesse da un corpo femminile, che si fa riconoscere per tale, o diventa una merce, quindi si mette a centimetri quadrati di nudo in piazza o sullo schermo, o sennò che stia zitta e che stia a casa insomma; va bene ancora il vecchio proverbio veneto "che piaccia, stia zitta e stia a casa a fare i lavori".
Questa cultura è la più profonda che ci sia al mondo e purtroppo è condivisa da tutte le civiltà, se in Africa non ci fosse sposerei tranquillamente una cultura africana, ma non è così; se non ci fosse in Asia ma non è così! Quindi sembra proprio che il pianeta si riconosca in questo dominio maschile.
E fino a quando tu fai un programma politico avanzatissimo e non ci metti al primo punto - perché la maggioranza della popolazione del pianeta e di ogni paese che lo compone, è di donne, chiunque dica che nel suo paese c'è una democrazia rappresentativa mente perché questo non è vero in nessun Paese.
Sembra strano, perché di chi devi essere se non tua?
Ma poi pensa: mettiamo Leonardo, ha scritto ‘Io sono mio' ai suoi tempi e tutti: "che genio!", se lo dice una donna… questa cosa, più la società sembra progredire, insomma, in effetti progredisce - non son certo per dire che le lavatrici non servano, che era meglio fare il bucato a mano, non ci penso nemmeno - ma anche su altri terreni meno banali di questo. Però arrivano dei punti in cui c'è una frattura tale che via rovinosamente indietro.
C'è una frase di Rosa Luxemburg - per cui io naturalmente ho una fissa, ma ritengo che la mia età si ha diritto ad avere le fisse, quindi non protestate - dove lei a un certo momento, avendo corretto il pensiero economico di Marx, cosa che normalmente non le viene riconosciuto - di Rosa sentirete dire che una donna generosissima, che si è persino lasciata uccidere eccetera eccetera, che sia stata una testa pensante, mai! - lei ha corretto alcuni errori economici di Marx. Era una grande economista tra l'altro, e ha analizzato le crisi del capitalismo, il perché delle sconfitte rivoluzionarie, perché si aspettava la rivoluzione in Germania al tempo della Repubblica di Weimar e invece non ci fu, venne il Nazismo, si aspettava la Rivoluzione dopo il ‘17 nella Russia Zarista invece venne l'Unione Sovietica; insomma, era un problema importante.
Lei analizzò il fatto che un sistema, come il Capitalismo mettiamo, che è un grande sistema, quando è arrivato alla sua maturazione totale comincia ad entrare in crisi e produce delle crisi che a un certo momento non sono rimediabili. Il Capitalismo a un certo punto non è riformabile, per esempio attualmente applicando i suoi criteri si deve dire che il Capitalismo è irriformabile, perciò chiunque propone una politica di riforme non propone più una politica di avanzamento; perché lei lo dimostra in un appunto, poi spiegherò il perché. A questo punto, quando il Capitalismo non è più riformabile, o socialismo o barbarie: o tu riesci a fare il salto nell'altro sistema che lei chiamava socialismo - si può chiamare come si vuole - se no non è che prosegui lentamente lasciando andare la crisi alla sua spontaneità perché quella aumenta, aumenta, aumenta e a un certo punto scompare... no, a un certo momento alla crisi subentra la barbarie.
Voglio considerare questo termine che non è economicistico, non è la disoccupazione, la precarietà giovanile, no, la barbarie; cioè vuol dire che tu non hai più possibilità di farti capire. La parola ‘barbaros' in greco, i Greci la adoperavano per i popoli di cui non capivano la lingua; balbuziente, che dice delle cose insensate. La barbarie, di socialismo neanche l'ombra, la barbarie cresce davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie in maniera impressionante, è vera, questa cosa. C'è qualcuno che usa questi argomenti per discutere? No, si ritorna sempre alle riforme."
soggetto capitalismo maschilismo economia persone citate Marx, Karl (filosofo e teorico del Comunismo) [persona citata] Luxemburg, Rosa (politica) [persona citata] Renzi, Matteo (politico) [persona citata]


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