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Prendo PArte!

prendo pArte!

Viviamo un particolare momento storico che, dalla pandemia in poi, ha visto diffondersi un’ondata riformatrice e oscurantista sui diritti riproduttivi delle donne: dagli aborti negati durante lo stato d’emergenza, passando per il ritorno dei talebani in Afghanistan, fino all’inasprirsi delle leggi che regolano l’accesso all’IVG e all’aborto in alcuni stati membri dell’UE e negli USA, considerati con una certa dose di presunzione i baluardi della democrazia e dei diritti umani nel mondo.

Come giustamente ha sottolineato la senatrice Monica Cirinnà all’alba della richiesta del Parlamento europeo di modificare la Carta dei diritti fondamentali UE per inserire l’aborto libero e sicuro come diritto fondamentale: “I venti di regressione sui diritti delle donne restino lontani dall’Europa. Occorre vigilare e resistere: inseriamo il diritto nella Carta dei diritti UE, per la libertà delle donne di decidere”.

Resistere dunque per non tornare indietro, e per sottrarsi all’ennesima battaglia agita sui corpi delle donne.

Corpi da educare, da controllare, da aggiustare quando non corrispondono ai canoni del dominio patriarcale, corpi su cui sindacare, corpi da giudicare, da reprimere, da manipolare.

Le scelte delle donne in tema di diritti riproduttivi sono ancora oggetto di dibattito politico, oltre che sociale, in un corto circuito schizofrenico che continua a  dividerci tra sante Madonne e Puttane dannate, corpi da riproduzione o corpi per piacere (altrui).

Da quando è nato il progetto, Lunàdigas ha lavorato costantemente per raccogliere, archiviare e sottotitolare le testimonianze di donne di tutto il mondo, interrogandole sulle loro scelte in tema di maternità e non maternità, chiedendo loro di condividere parte della loro anima e parte della loro storia.

“Diamo voce alle donne senza figli” è stato il primo passo. Quando ancora, almeno in Italia, di donne senza figli per scelta era quasi impossibile parlare senza creare scandalo, disagio, pregiudizio.

“Diamo voce a tutte le donne” è il nuovo traguardo. E questo sta diventando possibile grazie a una comunità sempre più viva e attiva, che cresce e si sviluppa proprio raccogliendo e restituendo i temi che da essa stessa emergono.

Oggi, con la gioia che ci trema nel cuore, inauguriamo prendo pArte, un nuovo spazio di testimonianza e condivisione dedicato interamente al mondo dell’arte e dellə artistə.

Non più solo volti e voci: Lunàdigas apre le porte all’esporre, all’esporsi, alle opere che riscrivono, ripensano, rimettono in gioco e rimescolano narrazioni e visioni sulla maternità e sulla non maternità, che giocano coi costrutti sociali della femminilità (ma anche della mascolinità), che mettono a nudo i nervi scoperti e le idiosincrasie generate da un mondo che ancora vorrebbe dettare alle persone ruoli precostituiti in base al genere,  che poco hanno a che vedere con la sostanza individuale e multiforme di ognunə di noi.

Prendo pArte, in prima persona singolare, perché questo spazio vuole essere insieme una chiamata alle armi – alle arti! – e un modo per slegare i fili del personale e riannodarli alla dimensione universale e corale. Uno spazio per liberare le mani, la creatività, le idee, per ribadire la nostra esistenza tramite la bellezza, il dolore, la meraviglia, la fatica, lo stupore, la scossa dell’anima che solo l’espressione artistica può regalare.

Apriamo questo nuovo corso con Paola Valenzano, artista che abbiamo avuto occasione di incontrare durante la proiezione del docufilm Lunàdigas, ovvero delle donne senza figli nell’atelier L’Arte perfetta a Roma. Da lì è nato un amore, una fascinazione reciproca, un dialogo ancora aperto che ci ha portato a pensare che di questo nuovo spazio espositivo si sentiva davvero il bisogno. La necessità.

Paola. Non potevamo cominciare che con lei, con le sue opere che decostruiscono il concetto tradizionale di famiglia, che frugano dentro i suoi legami asfittici, dentro i topoi delle sante madri martiri immolate al sacrificio e dei padri anche loro chiusi in ruoli ingabbianti, nei sensi di colpa atavici di chi non risponde alle aspettative sociali, nei ricatti emotivi di chi vive per i figli e i figli non li fa vivere.

Ma anche l’amore è al centro delle opere di Paola.

L’amore quello vero per davvero, quello necessario a comprendere che tanto di ciò che abbiamo ricevuto in pegno dalle nostre famiglie, è parte di una tradizione secolare che ora sentiamo il dovere di abbattere, ma che possiamo ancora comprendere, perdonare, riallacciare armonicamente al quadro complesso della nostra identità, per ricamare poi nuove trame e tracciare nuove vie.

“Questa mostra attinge a lavori che vanno dal 2005 al 2022 e al mio filone intimista – spiega Paola –, riprendendo casualmente e circolarmente anche alcuni temi personali e familiari e alcuni lavori a lungo abbandonati, che recentemente ho rielaborato con la consapevolezza e la motivazione attuale.

La Casa, intesa come famiglia d’origine, può essere luogo di cura e nutrimento ma anche il luogo dei più insidiosi condizionamenti, interiorizzati per osmosi. È il luogo dove, comunemente, si coltiva il desiderio o il rifiuto di una nuova famiglia. Quello che più di altri è circondato dalla negazione e dalla narrazione pubblica sulla Buona Madre e il Buon Padre, che poi ritroviamo, traslata, a livello più ampio e collettivo, nell’immagine della Madre Patria e del Buono Stato, che spesso ci richiede sacrifici disumani e, talvolta, veri e propri sacrifici umani.

Ma questo luogo è anche la palestra per eccellenza della nostra umanità e può essere attraversato con la ferma volontà di vedere e comprendere, cioè prendere CON sé. Solo dopo si potrà smettere di giudicare e si potrà lasciar andare tutto ciò che è stato.

A quel punto sarà avvenuta la trasformazione, quella stessa che avviene nelle fiabe d’infanzia.

Il filo che legava ora unisce
Il passato è stato duro ma ora la casa è morbida
La casa-tana è fiorita”.

prendo pArte parte da qui.
Grazie a Paola Valenzano per aver segnato insieme a Lunàdigas questo nuovo inizio.

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Marina Vitale
Marina Vitale
1 anno fa

Bella iniziativa! Cingratulazioni e auguri

Guido Orange
Guido Orange
1 anno fa

Bravissime ! leggervi e ora condividere anche contributi visuali pregnanti e significativi come questo allarga cuore, polmoni e mente. Dovete continuare cosi’: c’e’ davvero molto (ma molto) da fare e la strada e’ ancora lunga, tuttavia – almeno per me – state proprio andando nella direzione giusta ! Forza !

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