skip to Main Content

Nives: "Non mi è mai piaciuta la limitazione della famiglia"



Le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:04:50 Mentre ricama, Nives si presenta e spiega le ragioni che l'hanno portata a condividere con il consorte la scelta di non sposarsi e di non avere figli, dedicandosi agli altri attraverso il lavoro e l'associazionismo.trascrizione NIVES: "Allora vediamo un po', il rosso, no il rosso no, l'ago, ecco qua! - Allora io sono una signora di una certa età ormai, sono nata nel ‘46, sono una signora senza figli, potrei dire anche senza marito, ma non è del tutto vero perché io posseggo, diciamo così, un consorte da ben cinquanta e rotti anni, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola. Non lo chiamo marito ovviamente perché non ho nessun diritto di chiamarlo tale, preferisco oltretutto il termine consorte perché è proprio l'uomo che divide con me la mia sorte di vita. Abbiamo deciso, abbiamo deciso insomma dai via, diciamo, ho deciso io già tanti anni fa che non avrei avuto figli, nel senso che non mi è mai piaciuta la limitazione della famiglia, per un motivo molto semplice; perché io sono nata in un paesetto di 3.000 anime, ero una ragazzina piuttosto riflessiva e osservavo molto in giro: le signore, le famiglie, gli uomini, i rapporti fra donne e uomini... e trovavo tanta incomprensione, tanta infelicità, tanta crudeltà da parte degli uomini nei confronti di queste donne che dedicavano tutto il loro tempo alla famiglia, ai figli, al marito, alla casa. Una forma di novella schiavitù. E io mi dicevo fra me e me "no, io non voglio assolutamente fare questa fine, tutti continuano a dire: ah sì ma tu… sì sì, studia pure… però dopo a diciotto anni ti sposerai", io presto ne ho settanta e mi devo ancora sposare... "ma no vedrai, è tutto così". E d'altra parte vedevo un paio di maestre di scuola, zitelle, un tempo si diceva zitella non single, zitelle che erano tranquille, beate, felici, un po' criticate dal paese naturalmente - sì, qua funziona - dal paese naturalmente perché si vestivano elegantemente, andavano in città, andavano in città a fare shopping, non erano sposate, non avevano figli, avevano il loro lavoro, avevano le loro soddisfazioni, ed io che cosa ho fatto? ho studiato, ho fatto l'insegnante. I miei alunni erano per me come… dire dei figli forse è eccessivo, però li ho trattati così bene, con tale affetto e con tale comprensione dei loro piccoli problemi, che adesso che sono professori dell'orchestra Haydn, io insegnavo al Conservatorio, ancora mi salutano con un sorriso: "Ah professoressa Simonetti, si ricorda quando facevamo le parole crociate e tutto...". Ecco, ecco queste sono state le mie soddisfazioni.
Non ho avuto figli, non ho voluto avere figli, non ho voluto mettere su una famiglia. Mi sono dedicata alla comunità, mi sono dedicata alla scuola, mi sono dedicata al mio lavoro, al mio consorte, alle mie amicizie. Ora che sono in pensione mi dedico a rendere felici altre persone con una associazione musicale che organizza concerti nel pomeriggio per le signore, dico proprio signore più che signori, che non hanno mai potuto accostarsi alla musica, all'arte, alla lettura, perché dovevano badare ai figli, badare al marito, badare alla casa, cucinare eccetera eccetera… poi a sessant'anni finalmente si sono aperte alla vita, alla musica, alla lettura, all'arte, ai viaggi, alla conversazione, e io con loro sono molto contenta perché le rendo felici. Si rendono conto che si può vivere anche senza figli, anche senza dedicarsi esclusivamente, dico esclusivamente perché ci si può dedicare ad altre persone anche in altro modo, esclusivamente al proprio nucleo familiare. Già il termine "nucleo familiare" ti fa capire che è una cosa ristretta e poco aperta verso la comunità."
soggetto figli partner matrimonio famiglia d'origine coppia infanzia


Back To Top