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Maria Vittoria, Carlo Maria, Vittoria e Riccardo, studentesse e studenti dell’università Luiss di Roma, si confrontano sulla scelta di mettere al mondo un bambino.

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Ecco la trascrizione completa del video:

VITTORIA: « Oggi vi parleremo di un progetto molto speciale, a cui noi due teniamo molto: è il progetto delle Lunàdigas. »
MARIA VITTORIA: « Esatto. 16:47 in compagnia di Vittoria e Vittoria per questa puntata… »

MARIA VITTORIA: « Senti un po’ … ma riguardo al fatto di non avere figli, quindi dell’essere una Lunàdigas, cosa ne pensi? »
VITTORIA: « Sono d’accordo con la scelta delle Lunàdigas, quindi la scelta di non avere figli. Lo sai che io stessa sono abbastanza, non dico contraria, però non sono sicura di volere… »
RICCARDO: « Ciao ragazzi! Di che parlate? »
VITTORIA: « Avere o non avere figli! »
RICCARDO: « Ah! Casco a pennello! »
MARIA VITTORIA: « Perché caschi a pennello? »
RICCARDO: « Sono totalmente contrario all’avere figli, ho maturato questa decisione
TUTTI: « Ehh! »
CARLO: « Totalmente? Neanche… ? »
VITTORIA: « Come mai? »
RICCARDO: « Le motivazioni sono tantissime. Diciamo quella principale è che in una situazione del genere non mi sento di prendermi la responsabilità di mettere alla luce un figlio con prospettive di un futuro molto incerto. Diciamo che ho visto situazioni in cui forse non era il caso di avere figli. Ed è stata una scelta più magari dettata dall’egoismo, ecco: “devo avere per forza un figlio”. Lo vedo adesso come una tematica molto di possesso. »
VITTORIA: « E pensa che di solito… cioè a volte è il contrario, cioè si accusano le donne o comunque sia anche gli uomini che non hanno figli di egoismo perché magari si vogliono concentrare sulla loro carriera… Tu invece la vedi dalla parte opposta? »
RICCARDO: « Io la vedo totalmente dal lato opposto. »
VITTORIA: « Su questo sono d’accordo! »
RICCARDO: « Ci sono situazioni in cui voler per forza avere un figlio, se non si hanno delle condizioni economiche o comunque una situazione adeguata, è un grandissimo errore. Quindi io… ora come ora, non non sapendo quale sarà il mio futuro, mi sento che principalmente non vorrei avere figli. »
CARLO: « Ma considera che è un progetto a lungo termine, nel senso… un sacco di gente che magari oggi tu dici forse avrebbero dovuto non avere figli – tu non lo puoi sapere se l’idea iniziale era la stessa – perché inizialmente uno può pensare di avere prospettive di carriera, etc… e quindi dice “metto su famiglia adesso perché…”. Per quanto riguarda me, io sono contrario alle famiglie troppo anziane, nel senso: ad una certa età non ha più senso avere dei figli. Lo dico io provenendo da una famiglia… nel senso, i miei genitori hanno un grande divario di età e lo sento tantissimo perché alla mia età, comunque i miei genitori sono davvero anziani e io ancora non sono autonomo e quindi loro fanno fatica ad andare avanti. Quindi i figli secondo me andrebbero fatti in giovane età, però… »
VITTORIA: « … però quando è sempre più difficile farli, è proprio in giovane età… »
MARIA VITTORIA: « Allora guarda… in realtà sono figlia anch’io come te di due genitori attempati, nel senso che mi hanno avuta alla soglia dei quarant’anni, quindi non più genitori giovanissimi e freschissimi; quindi riscontro anch’io un problema a livello proprio di freschezza, di capacità di stare proprio dietro al figlio, ma a livello fisico, non tanto a livello mentale che anzi forse è più un regalo anche migliore rispetto alle famiglie giovani per tutta l’esperienza, il background che può avere un genitore più grande. Ma dal punto di vista fisico vedo che in effetti c’è più fatica da parte di un genitore a stare dietro ad un bambino molto piccolo. Quindi anch’io non sono molto favorevole ad avere un figlio troppo in là. Però è anche vero che ora, con l’età che si è un po’ allungata e con varie cose biologiche che in questi ultimi anni stanno evolvendo, credo che sia possibile avere un figlio anche a quarant’anni e quindi avere un figlio a quarant’anni ora è diverso rispetto ad averlo avuto venti anni fa. »
VITTORIA: « Probabilmente sì, anche perché noi parliamo ora di quarant’anni pensando a quelli che hanno adesso quarant’anni, però noi ne abbiamo più o meno ventidue o ventitré. Quindi sarebbe tra vent’anni… chissà come saranno le cose… »

VITTORIA: « Sfatiamo prima di tutto questa idea che per forza l’istinto di essere genitore debba essere più forte per le donne che per gli uomini. »
CARLO: « Non lo so, dimmelo tu… »
VITTORIA: « Secondo me non è tanto una questione di essere uomo o donna, non è tanto una questione biologica, quanto proprio una costruzione sociale: cioè noi, sin da piccole, sentiamo questa cosa che dovremo avere dei figli, essere mamme… »
MARIA VITTORIA: « … giocare a mamme e figlie… »
VITTORIA: « Esatto, stiamo lì con la bambola eccetera, invece secondo me no. E questa è una delle cose che dobbiamo cambiare. Anche perché sennò, allargando un po’ la cosa, se continuiamo a vedere le donne solo come possibili madri eccetera, non ci scolleremo mai dalla discriminazione che c’è adesso per arrivare a una maggiore emancipazione. »
CARLO: « Quindi tutta quella sensazione trascendentale del legame madre-figlia, nove mesi di gravidanza… i calcetti… »
VITTORIA: « Guarda io ora a ventidue anni non la sento proprio. Mi dicono sempre che sono pazza quando dico questa cosa, quindi ora lo penserete anche voi, ma l’idea di avere qualcosa che cresce dentro di me, ora come ora, non è che mi senta così felice ed emozionata… »
MARIA VITTORIA: « Io sono anche d’ accordo nel dare voce anche a tutti coloro che non vogliono avere figli per il semplice fatto che si tende poi così a disincentivare tutte quelle voglie di diventare mamma per motivi che non sono quelli appunto di volere in sé per sé diventare mamma, ma, come dicevamo prima, magari perché vuoi chiudere il cerchio, perché arrivata ad una certa età, magari vuoi avere un figlio, così stai a posto con la mamma che sta lì e che ti dice: “Ma allora non ti sposi? Non fai figli? I nipotini…”. Quindi dare voce appunto alle persone che non vogliono avere figli è anche un buon motivo per far sì che tante altre persone si sentano meno imprigionate dentro questa logica e di conseguenza anche noi non ci ritroviamo con milioni di mamme con bambini “stupidi” tra virgolette, perché veramente si capisce che non c’è dietro una figura convinta e ferma su questa decisione. »
VITTORIA: « E’ vero! »

MARIA VITTORIA: « Perché io non mi ritengo in grado di educare un’altra persona, perché voglio dare la priorità ad altre cose, voglio creare progetti e non creare figli. Allora è un altro tipo di scelta consapevole… »
RICCARDO: « Quindi preferisco un egoismo al negativo ecco. Non voglio avere figli perché non mi va. »
VITTORIA: « L’egoismo al negativo non danneggia nessuno, mentre invece l’egoismo al positivo ricade comunque su una persona che, come diceva Riccardo, ha dei sentimenti, ha una vita, ha delle esigenze eccetera. Quindi c’è un abisso tra le due cose. »
MARIA VITTORIA: « No, io di fondo sono d’accordo con voi, però poi considerando il fatto che sono la prima che dice che in un futuro se vedo che la situazione non promette bene, non vorrei ecco far ricadere le mie sofferenze, quindi i miei problemi poi per forza di cose sulla vita di un bambino, e quindi di mio figlio. Però penso anche che se già in partenza dico: “Oddio ci sono due milioni di problemi! Oddio, come si affronterà questa cosa? Come si affronterà quest’altra? Oddio ho un minimo problema, anche lui ne soffrirà” … a quel punto poi veramente non fai un figlio, così come poi non fai tantissime cose. È un discorso che può essere generalizzato, per quanto un figlio sia una cosa importantissima, quindi di rilevanza maggiore rispetto ad altro, però ecco se poi penso a tutti i problemi su quali potrei incorrere ed ai quali magari non penso in questo momento, ovvio che anche io direi: “Aspetta, no forse poi il figlio non lo faccio”. »
VITTORIA: « Secondo me non è una questione di farsi frenare da questi problemi, perché chi fa una scelta consapevole di avere un figlio non è che ignori queste cose. Le sa e decide che appunto la sua gioia nell’avere un figlio e appunto questa decisione possano superarle. Non è una questione di non sapere che ci saranno, ma proprio di avere la voglia e anche la gioia nel cercare di superarle. Invece chi sceglie di non avere figli, secondo me, le varie problematiche di crescerli sono solamente delle ragioni in più che si vanno ad aggiungere già alla base della scelta che è negativa. Quindi secondo me sono più marginali le preoccupazioni proprio pratiche della responsabilità del fare le cose. Non credo che sia quello che blocchi. »
VITTORIA: « Almeno per quanto mi riguarda, no, non è quella l’idea, perché se uno li volesse veramente sono sicura che sia possibile incastrare tutto in qualche modo… »
MARIA VITTORIA: « Esatto, è quello che penso anch’io. »

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