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Nell’ambito del ciclo internazionale di testimonianze per Lunàdigas raccolte a Washington DC in occasione di un convegno sulla maternità, Giulia, esperta di cinema, lascia la sua testimonianza segnalando la maggior apertura sui temi dell’aborto e della maternità negli Stati Uniti rispetto all’Italia. Riflette inoltre sulla funzione di cinema come linguaggio capace di veicolare messaggi positivi alle donne su molte tematiche sensibili.

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Ecco la trascrizione completa del video:

GIULIA: « Credo di avere molto interesse per questa questione materna per diversi aspetti, sia per questioni che riguardano il rapporto madre-figlia ma anche il rapporto madre-padre. Sono cose che mi hanno sempre interessato, leggendo tanti libri di letteratura. E poi, credo per esperienze personali, mi sono avvicinata anche a queste tematiche un po’ più tabù diciamo, come l’infertilità o l’aborto.
La gente preferisce stare in silenzio, non discutere di certe cose che magari possono colpire le donne. Non lo so, ci sono cose diverse credo che, per esempio la depressione post-partum… siano questioni che rimangano molto confinate nell’esperienza della donna e le persone intorno veramente non capiscono che cosa possa succedere a tante donne. Per l’aborto credono che sia ancora una vergogna, per esempio, farlo, terminare una gravidanza sia ancora una vergogna grandissima, una cosa da nascondere, una cosa da fare di nascosto.

Credo che forse adesso magari ci si apra un po’ di più, però ci sono molte difficoltà che vengono da tanti cambiamenti anche legali che stanno avvenendo in tante città italiane, proprio sì, a livello legale. Non so, vedo tanti Comuni che decidono improvvisamente di cambiare la legge, di ostacolare delle donne che vogliono terminare la loro gravidanza. C’è una forte spinta politica anche verso queste idee molto… troppo conservatrici, credo. Forse qua in America c’è un po’ più di libertà, forse se ne parla di più. Io stessa qui ho cominciato forse a parlare, ad affrontare certi temi quando ero qui più che quando ero in Italia. Credo che l’America sia più aperta, poi quando si frequentano certi ambienti, anche per esempio nell’Accademia o negli ambiti che si frequentano, credo che qui in America ci sia più libertà di parlare, anche volontà di confrontarsi qui. In Italia, secondo me, non la sento così forte, ma forse non lo so perché vivendo poi qui mi risulta difficile capirlo, però io vivo qui molta più libertà, ma leggo sui giornali di tante restrizioni che ci sono in Italia, quindi la vivo un po’ così, no? Qui la vivo di persona e sull’Italia la vivo attraverso i media. »

NICOLETTA: « Ti ho sentito analizzare questi temi attraverso il cinema. Credi che siano dei buoni strumenti, che possano essere utilizzati dalle donne per parlare più approfonditamente di certi argomenti? »
GIULIA: « Sì assolutamente, credo che il cinema abbia una grandissima forza espressiva e che possa fare capire e possa insegnare alle donne a sapere comportarsi, a non aver paura, a cercare di affrontare certe situazioni pubblicamente. E anche più dei libri secondo me, il cinema riesce ad avere uno sguardo forse anche più… riesce a raggiungere maggiormente il pubblico, credo. Certo che certi film poi comunque vengono comunque criticati o comunque poco distribuiti, no? Quindi ci sono molte difficoltà credo per tante persone poi di vedere effettivamente questi film. Non sono… per esempio i film che ho analizzato io, per esempio della Comencini “Quando la notte”, o anche un film di Alina Marazzi “Tutto parla di te”, sono film che secondo me magari sono più conosciuti nel mondo dell’Accademia che dall’italiano medio, insomma. Non lo so quanto siano riusciti a raggiungere un pubblico medio, un pubblico italiano che veramente non sia interessato a questi argomenti. Però credo che ce ne debbano essere di più invece, che debba continuare questo lavoro in questa direzione. Credo che siano stati l’inizio di qualcosa di molto importante, che queste due registe abbiano fatto qualcosa di importante che deve essere continuato. E più ce ne sono, più se ne parla, e quindi diventa un po’ una catena insomma… e credo che sia molto importante; io credo che il cinema e la letteratura abbiano una grandissima importanza per trasmettere dei valori, delle idee nuove. »
NICOLETTA: « Da un confronto tutto italiano, adesso ci vogliamo spostare ad un confronto più internazionale, più allargato possibile. »
GIULIA: « Credo che sia un progetto molto bello e sono molto curiosa di vedere il documentario ed è molto bello che questa tematica venga approfondita anche fuori dall’Italia, e spero che riusciate a trovare altrettante partecipanti straniere a questa vostra ricerca. »
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