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Pietro, Maria, Martino, Lucia, Adele e Marco – tutti tra i dodici e i quattordici anni – ragionano sul significato del termine “lunadigàs”, discutono, a partire dall’esperienza di persone conosciute, sulle ragioni e i sentimenti che caratterizzano la vita di chi sceglie di non avere figli, e si interrogano sul diventare madri e padri nel loro futuro.

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Ecco la trascrizione completa del video:

DOMANDA: « Ma quando eravamo al Poetto come ci avete salutate? Cosa avete detto andando via? »
PIETRO: « Lunàdigas! »
DOMANDA: « E che cosa significherà? »
PIETRO: « Lunatiche, lunatiche in sardo. »
DOMANDA: « Cosa vuol dire? »
MARCO: « Fuori un po’ di melone si potrebbe dire. Abbastanza… esatto, strane, pazze… »
DOMANDA: « Poi? Altri sinonimi? »
MARIA: « Che cambiate così umore da un momento all’altro… »
MARTINO: « Sì, lunatica sarebbe una che cambia diciamo umore molto facilmente. Magari in un momento sembra molto felice e il momento dopo è diverso, triste o arrabbiato. »
LUCIA: « Che ha sbalzi d’umore… »
ADELE: « Una persona strana che ha modi di fare, cioè, cambia molto a seconda di quello che succede. »
MARCO: « … Che si differenzia anche, non solo per quello che fa, anche magari per come si veste, sui pensieri, un po’ trasgressiva. »
DOMANDA: « Come ti pare che possa vestirsi una lunàdiga? »
MARCO: « Boh, magari molto colorata, un po’ tipo arlecchino, oppure con capelli molto strani, avere per esempio un cilindro o rosa o fucsia, oppure dei pantaloni o leopardati oppure tipo pezzati come le mucche, un po’ così. »
DOMANDA: « Anche per voi è vestita così? »
PIETRO: « No, è un po’ hippy… »
ADELE: « Un po’ etnico… un po’ sull’etnico… »
LUCIA: « Con un suo stile… »
ADELE: « Con ‘sti vestiti tipo larghi… »
DOMANDA: « Pensate che Marilisa ed io siamo così lunatiche che chiameremo così il nostro film. Il nostro film, quello al quale grazie di partecipare anche voi, si intitolerà “Lunàdigas” e sapete perché? C’è un altro significato di questa parola, forse non vuol dire solo lunatica ma noi l’abbiamo scelto perché i pastori sardi chiamano così le pecore che non vogliono fare gli agnelli. Vediamo cosa vi viene in mente a questo riguardo… »
ADELE: « Io collego le due cose, cioè, una persona diversa che quindi non segue il gregge, diciamo. Che è diversa! Che spicca rispetto alle altre. »
LUCIA: « Ad esempio se una donna decide di non avere figli, ad esempio. »
MARCO: « Probabilmente è una metafora usata proprio per come ha detto Lucia. »
DOMANDA: « Come ha detto Lucia? »
MARCO: « …che potrebbe essere la “lunàdigas” la pecora, ovvero la donna, che non vuole avere figli. »
LUCIA: « Che sceglie di non avere figli. »

DOMANDA: « Altri pareri? Ma se mai fosse, voi cosa ne pensereste? »
LUCIA: « Cioè? »
DOMANDA: « Cosa potete immaginarvi di alcune signore che hanno deciso di non avere figli? »
ADELE: « È una decisione loro, cioè perché non dovrei appoggiarla? Cioè… se decidono così vuol dire che loro preferiscono così. »
MARTINO: « Bisogna vederla dal loro punto di vista. »
LUCIA: « Magari anche perché forse non si sentono pronte o non si sentono responsabili di tenere un figlio, perché è un peso in ogni caso. È molto difficile da sostenere. »
MARCO: « Io penso che rispetterei la loro decisione, anche se comunque se tutti quanti, se nessuna donna volesse fare i figli alla fine il mondo si estinguerebbe. Quindi se fossero tutte quante così penso che non si andrebbe avanti, quindi è anche importante mandare avanti le generazioni. Anche se poi ognuno può fare la propria scelta però alla fine se, come ho già detto, ognuno facesse quello che vuole poi il mondo andrebbe abbastanza alla malora, e se nessuna donna volesse fare figli, non esisteremmo più. »
MARTINO: « In realtà, secondo me, cioè è una cosa in realtà, cioè se uno decide di non fare figli, sono sicuro che non è una scelta fatta alla leggera, cioè… è una scelta su cui uno sicuramente riflette e ha in testa delle idee precise per cui scegliere di fare o non fare dei figli. Perché comunque è una cosa pesante, avere un figlio, sicuramente, non è una cosa semplice, e quindi penso che sicuramente, chiunque prenda questa scelta, sa perché lo sta facendo e ha dei buoni motivi per farlo. »
DOMANDA: « E invece le persone che decidessero di non farli? »
ADELE: « Secondo me comunque, se in questo caso, cioè il gruppo, le donne che hanno i figli, cioè, una persona, se poi, come ha detto Marco, tutte le persone decidessero di non avere più figli, allora non sarebbe più una cosa diversa, e quindi il significato di cosa diversa che non segue gli altri cambierebbe, cioè, sarebbe diversa la persona che decide di avere figli… non so se mi sono spiegata! »
DOMANDA: « Ma voi avete, non so, una zia, una cugina, che magari è già grande e di figli non ne ha avuti? E non ci potete raccontare un po’ se c’è una differenza fra le signore che ne hanno fatti e quelle che non ne hanno fatti, per esempio fra la vostra mamma e una sua sorella che non ne ha? »
MARTINO: « Secondo me chi li ha fatti poi invecchia più velocemente, si stanca molto più facilmente in generale della vita, non so come dire. Cioè è un grande peso, secondo me, cioè il fatto di avere un figlio secondo me ti fa sentire molto più vecchio, a parere mio. »
MARIA: « È più stancante. »
MARTINO: « È una cosa molto stancante, cioè ce ne rendiamo conto anche noi che per i nostri genitori deve essere sicuramente stancante. »
LUCIA: « Anche perché, ad esempio, vederlo crescere, un po’, ad esempio quando compie vent’anni, il genitore si rende conto, dice: “Ah, io ormai sto diventando vecchio” e quindi, secondo me, anche questo influisce molto sul fatto che un po’ accelera, come dire, la vecchiaia, non so come… »
DOMANDA: « Forse fanno delle cose diverse le donne che non hanno figli? »
ADELE: « Hanno più tempo per loro. Cioè, non devi pensare a un figlio, non devi pensare ad accompagnarlo a scuola, andarlo a riprendere. Devi pensare a molte meno cose. C’è una persona, o più figli, qualcuno di meno in casa, cioè, pensi più a te stessa perché non c’è qualcuno che dipende da te. E quindi sì! »
DOMANDA: « E cosa faranno quelle altre di tutto il tempo libero che si ritrovano? »
ADELE: « Coltivano gli hobby? Non lo so. Coltivano gli hobby, cosa devi fare? Stai a casa? »
LUCIA: « Io ho una zia che ha deciso di non avere figli e non si è neanche sposata, però adesso ha un compagno. Fa l’insegnante alla materna e molto spesso è impegnata anche con il lavoro, anche a preparare il lavoro per gli alunni. Se no quando, ad esempio il fine settimana, viene a casa nostra, dorme con noi e niente… quindi, diciamo che per me, io non trovo la differenza tra mia zia, che appunto non ha figli, e mia madre, perché io le trovo molto simili nell’approccio con i ragazzi. »
DOMANDA: « Vi viene in mente qualcos’altro? E stiamo parlando solo di donne ma forse ci sono anche degli uomini che non hanno figli: è diverso per loro? »
MARCO: « Sì, anche perché una donna può anche decidere di non portarlo, però vorrebbe averlo, oppure proprio non può, e invece l’uomo, secondo me, non lo vuole più per questioni personali oppure boh semplicemente… Non lo so, non c’è così tanta differenza anche se spesso forse gli uomini è più una decisione voluta da loro, secondo me. Perché le donne, si dice, cioè si può anche notare nella vita quotidiana, sono più attaccate ai bambini nella maggior parte dei casi. »
ADELE: « Secondo me c’è differenza, perché secondo me è più una decisione… più importante per la donna, perché comunque quella che lo deve curare, in generale le mamme danno più attenzione ai figli rispetto agli uomini. È comunque quella che lo deve tenere in pancia, cioè ha più responsabilità, non dico responsabilità, però è un rapporto diverso quello che poi si ha. »
DOMANDA: « Pensate forte forte a qualche signora che conoscete che non ha figli. Lucia ha raccontato della sua zia, ma forse qualcun altro ne conosce anche che fanno delle cose… Lucia ha detto forse si impegnano molto nel lavoro quelle donne, no? Raccontavi che si prepara tanto il suo insegnamento… »
LUCIA: « Sì, contando che sono anche ragazzi, che sono anche più piccoli e quindi secondo me bisogna anche dedicargli un po’ più di attenzione, quindi studiare tutto il lavoro e stargli sempre dietro invece che… cioè quando si è nelle scuole più alte di livello, i professori diciamo che sanno con chi hanno a che fare, e quindi cioè sì, sono anche più grandi e non danno tutta questa attenzione. »
DOMANDA: « A Martino veniva in mente qualcuna, vero? »
MARTINO: « Sì, una specie di… una signora, una anziana signora che conosceva mia madre, che viveva accanto a casa mia, che penso avesse deciso lei di non avere figli, e neanche mai di avere un compagno. Era una grandissima persona, io la rispettavo perché veniva sempre comunque a trovarci, magari cucinava, quando magari andavamo a fare la vacanza lei veniva a casa nostra magari a badare ai gatti; se i miei genitori stavano lavorando lei veniva a farci compagnia, a tenerci; io non trovavo… cioè, per me lei poteva tranquillamente essere una zia, penso che l’avrei considerata magari una figura diversa, un po’ meno materna, dal mio punto di vista, se magari avesse avuto dei figli. Magari l’avrei considerata diversamente, non lo so. Magari non avrebbe neanche avuto del tempo da dedicare a noi. Non lo so. »
DOMANDA: « Qualche altra figura? Tu non conosci nessuna che non ha figli? »
PIETRO: « C’è mia zia che non ha figli ma non per scelta, cioè penso che non sia per scelta perché lei ha quarantatré anni ed è sposata da cinque anni massimo e lei ci dice che prova, prova però non viene. Non ha figli, non ci riesce, non so se non voglia o non ci riesca. Sinceramente ogni volta che sta con noi – perché lei non vive a Cagliari, vive a Milano -, la vedo come una zia che vorrebbe avere, perché tipo con mio cugino più piccolo è quasi una mamma. Penso che lei vorrebbe avere figli solo non ci riesce quindi non trovo tanta differenza con chi ne ha. Però chi ha un figlio non ha una responsabilità più grossa però ha un’altra persona su cui… a cui badare, possiamo dire, oltre che a se stesso. »
MARCO: « È comunque una scelta su cui devi ragionare e penso che una persona lunatica non ha così freddezza e così razionalità da pensare a una scelta così grossa che poi influirà tantissimo nella vita. Quindi penso che se una persona non vuole avere figli è stata una decisione anche abbastanza… molto difficile e per alcune anche dolorosa, secondo me, quindi ci vuole molta razionalità. »
PIETRO: « Anche io penso che non sia giusto perché nel momento che tu differenzi una persona per le scelte che approva stai – possiamo dire – differenziando quella persona da te stesso che è una cosa per me abbastanza offensiva o brutta. »
ADELE: « Guardando queste due persone, puoi quello che sei tu puoi vederlo dai tuoi punti di vista, e quindi da lì magari puoi pensare se… come ti vuoi vedere, cioè la persona con figli più felice ma più stanca, oppure la persona un po’ più riservata e più solitaria, diciamo, però che tiene più a se stessa. Io, sinceramente, sceglierei la persona più felice con figli però più stanca perché… perché per me, se avessi un figlio, sarebbe importante vedere più che la mia… più vedere la sua felicità, quella di mio figlio che sì anche la mia però comunque se tuo figlio è triste io mi sentirei un po’ responsabile. Perché… »
MARTINO: « È chiaro che magari uno che decide di non avere figli poi farà degli sforzi in più personalmente, magari quello che una mamma dà ad un figlio lei, invece, lo dà di più per raggiungere i suoi obiettivi. E secondo me è molto più facile che una persona senza figli raggiunga – non so come dire – molto più facilmente il successo di una che ha dei figli, perché una che ha dei figli può darsi che perda tantissimo tempo, che perda tantissime opportunità, perché semplicemente non ha tempo, perché non ha la voglia, perché è troppo stanca. Mentre invece una che è da sola, tutte quelle energie che gli rimangono, non è che se le tiene, non è che rimane lì senza far nulla, ad annoiarsi, a girarsi i pollici; anzi, le vengono delle idee, pensa: “Ah, guarda ho tutto questo tempo libero, decido di fare questo nella mia vita”. E ha l’opportunità di cambiare perché non ha, magari, una cosa che deve fare puntualmente, un impegno preciso, può scegliere lei per conto suo, non ha persone che deve sostenere, diciamo. Cioè può prendere molto più alla leggera le sue scelte, secondo me, molto più facilmente. Le persone con dei figli hanno, invece, da… devono rispettare magari una routine ed è difficile che facciano delle scelte, sicuramente sì, devono pensarci di più prima di fare una scelta. »

DOMANDA: « C’è qualcuno che dice che le donne che non fanno figli sono delle grandi egoiste. »
LUCIA: « Sempre con le zie… Io con la mia zia abbiamo veramente un ottimo rapporto. A me fa sempre piacere vederla e ad esempio le chiedo sempre: “Ah…zia rimani a dormire a casa, dai dai…”, quindi secondo me dipende anche dalla persona in particolare: ovviamente ci sono quelle egoiste e quelle no. Mia zia ha un sacco di sorelle, erano tipo otto in famiglia, e quindi secondo me questo l’ha cambiata molto, anche il suo carattere, perché, già vivere in una famiglia molto numerosa, dover convivere con sorelle più grandi e più piccole sicuramente le ha insegnato qualcosa. E infatti con me, con mio fratello e con un’altra mia cugina, veramente abbiamo un rapporto speciale. Perché, secondo me, non è tanto normale avere un rapporto bello quanto il mio e di mia zia, quindi… »
MARCO: « Io penso che egoista potrebbe essere anche una donna che ha un figlio, perché una donna che ha un figlio, potrebbe volerlo anche soltanto perché pensa che nella sua vita debba avere un figlio e allora lo fa per la sua felicità, non per dare felicità al figlio, ma per la sua. Quindi questa donna penso che sia più egoista di una che non vuole prendersi la responsabilità e allora non fa un figlio. Qui l’egoista penso che sia quella che ha il figlio. »
ADELE: « Secondo me si dice che una persona che non ha figli è egoista perché non vuole dare qualcosa, in questo caso cioè una persona al suo fianco, e quindi non vuole dare quello che ha e condividerlo, diciamo, con qualcun altro. Ma, secondo me, dipende più dalla personalità e non dalla scelta “ho un figlio, non ho un figlio”. Perché magari è una scelta… cioè non è egoista, cioè: “non me la sento, non mi sento questa responsabilità”, ma non: “non voglio dargli del mio”. Magari non se la sente proprio di partorire, magari poi – cosa ne so – due anni dopo decide di adottare un bambino e quindi, secondo me, non è per forza una scelta da egoisti. Cioè, bisogna vedere le motivazioni prima di dire che una persona è egoista. Può essere egoista anche una persona che sì ha figli, perché, come ha detto Marco, magari non vuole la felicità di qualcun altro, ma vuole la sua. Ha deciso, anni prima, io sarò così e la mia vita sarà felice perché ho deciso che sarà così, e quindi, sì… »
MARIA: « Secondo me anche avere un figlio è una grossissima responsabilità, anche perché poi soprattutto avercelo a quell’età vuol dire che devi interrompere per forza gli studi, almeno per i primi anni di vita del figlio. E poi, comunque, hai meno tempo per te stessa perché comunque, anche quando sarà più grande lo dovrai portare a scuola, riprenderlo, poi portarlo all’allenamento… Comunque per mantenere un figlio ci vogliono soldi e poi è impegnativo, secondo me… cioè ti occupa moltissimo tempo. »

ADELE: « Io se… da grande mi vedo mamma, mi voglio vedere con un lavoro stabile, cioè un bel lavoro che mi permetta di mantenere un figlio, io non dico: “no, faccio la mamma”. Cioè non mi sentirei diciamo in pace con me stessa perché ho raggiunto “ok, sono mamma” ma magari erano cinque anni che studiavi e butti tutto all’aria perché decidi di fare la mamma. No, io anche per studiare dieci anni ma quel lavoro è quello che voglio fare e lo faccio anche se divento mamma. Cioè anche se è un lavoro che non è quello che volevo fare da bambina, però mi dà dei buoni risultati, magari è una cosa in cui … che mi porta del bene, diciamo, che mi permette di raggiungere livelli di… di avere una famiglia benestante e quindi, no, se mi vedo mamma non mi vedo mamma e basta. »
PIETRO: « Sinceramente non ci ho mai pensato al fatto di avere figli o no perché giusto il fatto di trovare una persona che possa crescere, non dico una parte di me ma… è una domanda difficile, non ci ho mai pensato sinceramente, cioè penso che prima di avere un figlio… perché avere un figlio occupa una parte della tua vita, quindi, prima di avere un figlio sinceramente, è un po’ una cosa brutta, ma penso di prima finire la mia vita e incominciarne un’altra con un figlio. Quindi non penso di essere la persona che… di avere un figlio a diciott’anni, non penso che sia il mio genere di persona. Penso di essere quel genere di persona che vuole finire la cosiddetta lista della propria vita e cioè… Allora è un po’ difficile da spiegare, diciamo che io voglio avere i figli quando… un po’ più avanti, una trentina d’anni non… è un po’ strano da spiegare. Non voglio avere figli giovane, diciamo. Perché certo uno dei miei… una delle mie, come posso dire… »
MARTINO: « Io penso che quello che lui sta dicendo è che magari lui si prefigge diciamo degli obiettivi, delle cose che vuole fare nella vita e una volta che ha finito di fare tutto quello che voleva fare, allora decide… ha finito la sua vita da giovane, diciamo, e ne inizia una nuova con il figlio e decide di prefiggersi dei nuovi obiettivi, crescere bene suo figlio, insomma far sì che suo figlio riesca in determinate cose, insomma e aiutarlo. Comunque sì, si può dire che sia come iniziare una seconda vita con un figlio. »
PIETRO: « Esatto… è così che cercavo di dirlo… »
MARIA: « Io penso di sì, penso che farò le mie esperienze e poi, quando sarà il momento, sì. Poi molti dicono che dopo che hai un figlio cambi, cioè dopo che partorisci cambi, però… cioè credo che sia una cosa bella da… un’avventura bella, cioè è una cosa che ti cambia però, comunque, cioè è bello poter voler bene … cioè molte persone vogliono, cioè molte madri, vogliono bene ai propri figli come a se stesse e quindi penso che comunque sarebbe una cosa bella, sì. Penso che io avrò dei figli. E comunque, chi sceglie di non averne ovviamente avrà le sue motivazioni, però comunque, cioè io penso… cioè a me piacerà, piacerebbe averne. »
DOMANDA: « Martino? »
MARTINO: « Io penso che se, in questo momento dovessi scegliere tra avere dei figli o meno, non penso che avrei dei figli. Perché, come ha detto Pietro, sarebbe come iniziare una seconda vita, però se io volessi vivere più a lungo questa prima vita magari viverla finché non muoio, penso che potrei magari mettermi molti più obiettivi e magari poi essere molto più soddisfatto di quello che ho fatto. Magari poi più avanti cambierò idea e deciderò che avere dei figli sia una cosa più interessante, perché magari la mia prima vita mi ha soddisfatto abbastanza e ho deciso di provare a stravolgerla con un figlio. »
PIETRO: « Posso dire una cosa? Io spero che… Io penso che nella mia vita… io prima ho detto che crescere un figlio sarebbe come una seconda vita, però ho ripensato anche al fatto che crescere il figlio fa parte degli obiettivi della prima, cioè… invece di cominciare un nuovo percorso, continuarlo però con un’altra persona. »
LUCIA: « Io più che altro diciamo che ho un po’ la paura di non trovare la mia anima gemella, se si può definire così… »
ADELE: « È vero. »
LUCIA: « E quindi boh, questo… cioè ovviamente… a me piacerebbe; cioè mi piacerebbe anche perché in ogni caso un figlio ti rappresenta e tu puoi anche pensare che quando morirai ci sarà lui, cioè ci sarà tuo figlio che in ogni caso si ricorderà di te e ti pensa in qualsiasi momento e quindi anche crescerlo sì, deve essere molto bello. Poi, ora, io forse sto pensando così, però magari una donna sposata con dei figli potrebbe dire sì che è molto difficile, solo che io adesso non lo so… Ci sono, cioè un tipo di persone che magari incontra per la prima volta un uomo, che ne so, e magari, scocca la scintilla ok… che però magari si conoscono appena e roba del genere e poi ci sono quelle coppie che magari si conoscono da tanto e quindi magari quelle sono veramente perfette. »
ADELE: « Allora, io da grande, sì mi piacerebbe avere dei figli, però boh, non dico… cioè devo essere sicura che sia veramente la persona giusta, perché se penso a mio zio per esempio che ha cresciuto due figli da solo… boh, non mi piacerebbe ecco, perché secondo me una persona, un figlio deve crescere con entrambi i genitori, e quindi… perché si ha un rapporto diverso con entrambi i genitori che però serve, cioè serve per crescere un figlio. E quindi non vorrei magari essere sicura che quella lì sia la persona giusta e poi invece… »
LUCIA: « … ti molla… »
ADELE: « Esatto! Per il lavoro deve andarsene a Milano e poi non lo senti più. Sparisce, non sarebbe una bella sorpresa. E poi, come dice Pietro, che non vorrebbe avere i figli a diciott’anni, ok, sinceramente neanche io, cioè devo, non dico sentirmi adulta, però… »
MARCO: « … responsabile… »
ADELE: « Esatto, perché magari a diciott’anni decidi: “Adesso son cresciuto, son maggiorenne e… facciamo nuove esperienze!” per dire… Secondo me no, perché devi essere veramente sicuro che vuoi prenderti quella responsabilità e che quella lì poi diventerà la tua strada se così si può dire, e quindi… sì, questo. »

MARIA: « E però ci sono anche alcune persone che scelgono di avere figli, cioè di avere figli da sole. Per esempio delle donne che non trovano… »
MARCO: « …l’uomo giusto… »
MARIA: « Esatto! E comunque uno dei loro desideri è di avere dei figli e di crescerli e quindi, comunque decidono di avere i figli lo stesso. »
ADELE: « Secondo me la cosa… penso sia adottare i bambini. Secondo me è una cosa bella perché i bambini che si adottano sono quelli a cui i genitori biologici non li hanno voluti e quindi quella lì è la storia di chi magari era giovane, ha voluto fare cose… a sperimentare e poi, invece, non voleva un figlio. E quindi secondo me è una cosa molto bella. Ma anche non adottarlo, perché magari… cioè adottarlo a distanza. Anche la mia famiglia: abbiamo adottato due bambini, cioè uno alla volta diciamo, e boh, è una cosa… io, ovviamente non sono io che contribuisco, sono i miei genitori… ma sapere che questa è una bambina che aveva solo la mamma perché il papà se ne era andato, “ciao”… era andato via, boh… mi faceva star bene, perché io mi ritengo una persona fortunata perché i miei genitori non sono divorziati e se penso di avere o mio padre o mia madre, non mi sentirei esattamente bene perché… e sì quindi… cioè la trovo una cosa molto bella. »
MARCO: « Penso che fare un figlio non sia una cosa che si possa progettare fin dall’inizio. Se trovi la persona, anche mentre stai facendo la tua lista, come ha detto Pietro, mentre stai facendo… mentre stai svolgendo i tuoi obiettivi, per esempio studiare all’università, e trovi la persona con cui stai bene, con cui ti senti più a tuo agio, penso che se tu ti senti di volere un bambino, devi farlo, perché nella vita se non fai le cose che ti senti, alla fine non è più la tua vita: è la vita di quello che gli altri ti hanno imposto perché non hai scelto le cose che volevi tu. Quindi la mia vita la voglio scegliere passo dopo passo, quindi ho magari un piano, sì, il piano c’è sempre, magari quello degli studi, che cosa fai dopo… del lavoro, però se dovesse accadere lo accoglierei volentieri. »

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