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Paola Valenzano: "L'indeterminatezza è anche la ricchezza della vita"



Arte come elaborazione start 00:07:26end 00:11:37 Paola Valenzano racconta di come si sia avvicinata all'arte inizialmente come mezzo di elaborazione, sondando vari mezzi artistici e diverse tecniche: la scrittura, l'arte tessile, il libro d'artista. Si sofferma inoltre sull'uso della metafora della creatura artistica.trascrizione PAOLA VALENZANO: "Ecco allora io tutte queste tematiche diciamo personali… in una certa parte della mia vita ho iniziato ad affrontarle attraverso il medium artistico. Intanto sin da piccola ho scritto tantissimo, ho conservato questa abitudine, anche un po' adolescenziale in qualche modo, della scrittura che poi si è evoluta, ho trasformato, e poi attraverso l'arte visuale. C'è stata una lunga fase nella quale io ho avuto proprio bisogno di ripercorrere, in qualche modo, l'infanzia, attraverso per esempio il cucito, ho tanto cucito su carta. E poi conoscendo grandi artiste che mi avevano preceduto, ho capito che effettivamente quella scelta non era casuale, cioè che il cucire è ricucire e che era probabilmente necessario proprio quel medium piuttosto che un altro. E ho lavorato proprio sulla relazione, in particolar modo con mia madre, ma non solo. Ho creato dei fogli, una sorta di libri d'artista fondamentalmente, unendo la carta, mettendo insieme in una forma simbolica quelli che erano i miei vissuti. Ed è stata una fase per me preziosissima però semplicemente una fase. Non è quello che continuo a fare, se non in parte.
Nel mio caso, nel caso di tante donne, tante artiste che conosco è avvenuto esattamente questo:
cioè un utilizzo spontaneo, intuitivo, di certi strumenti artistici, in determinate fasi della propria vita, per andare a rielaborare delle tematiche in parte risolte, in parte sommerse che comunque agivano nella propria vita in una maniera inconsapevole. E attraverso questi strumenti sono emerse queste profondità: hanno preso forma, hanno preso un colore, sono diventate delle parole e quindi quello che è dicibile, quello che è osservabile diventa contenibile e anche rielaborabile perché poi si può continuamente rielaborare un manufatto che è frutto di un'espressione artistica. Quindi io direi proprio di sì, è una delle mie convinzioni in questa vita.
C'è stata anche una fase in cui ho utilizzato la metafora della creatura rispetto alle mie opere; a volte sentivo proprio l'urgenza di esprimere qualcosa esattamente come l'urgenza di un parto in qualche modo e il non riuscire a farlo produceva sofferenza, in qualche modo.
Diciamo che oggi questa immagine, questa metafora l'ho lasciata un po' andare. Forse c'è meno urgenza, forse c'è meno il bisogno di definire, quindi di dare dei nomi alle cose. Ecco anche quella, la questione di dare i nomi, è stata anche quella una fase, per me necessaria, ma poi ne è sopraggiunta un'altra altrettanto necessaria, che era quella del bisogno di lasciare andare tutte queste definizioni e lasciare veramente un po' che la vita fluisse più liberamente e che io attraverso la vita fluissi più liberamente. Però c'è stata una fase in cui avevo bisogno di definire le cose e quindi di dire: "questa cosa è una mia creatura, ora andrà nel mondo". Oggi è più… nella mia immaginazione, nella mia fantasia, è proprio la vita che è la mia creatura e questo vale per tutti e tutte e va bene così."
soggetto creatività arte maternità


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