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Geraldina Colotti: "Ho scelto di non avere figli per fare la rivoluzione"
geraldina colotti
Roma 2014 mar. 31 Archivio Vivo Lunàdigas MPEG colorato sonoro



Le ragioni della scelta start 00:00:00end 00:03:25 Geraldina Colotti si presenta e racconta di quanto la scelta di non avere figli sia stata diretta conseguenza della sua militanza politica nelle brigate rosse e della piena assunzione di responsabilità nell'aver posto l'autodeterminazione femminile al centro delle proprie azioni.trascrizione GERALDINA COLOTTI: "Io mi chiamo Geraldina Colotti. Sono nata alla frontiera con la Francia, a Ventimiglia. Sono una giornalista de "Il Manifesto", responsabile dell'edizione italiana di "Le Monde Diplomatique". Scrivo anche da molti anni e ho scelto di non avere figli principalmente per via della mia principale scelta di vita che è stata quella di provare a fare la rivoluzione anche in Italia e quindi di dover assumersi le conseguenze di aver fatto la politica con le armi in un paese, diciamo democratico, come è l'Italia e di aver scontato con lunghi anni di carcere le conseguenze della lotta armata. Non sono pentita né dissociata e non sono neanche pentita di aver assunto la libertà femminile e l'autodeterminazione femminile come un punto centrale delle mie scelte e… Questa scelta, sì, di non avere figli, per quanto logicamente costosa da un punto di vista individuale, è stata anche la conseguenza quasi logica dell'aver messo sul piatto tutto di me; perché, essendo la politica principalmente scelta e a volte anche scelta per altri e sugli altri, avendo assunto questo criterio mi sembrava logico che tutta la mia vita, comprese le rinunce, dovesse essere posta, appunto, in campo e dunque le rinunce individuali, anche le più grosse, sono state assunte in questo senso.
Perché sì, assumere la scelta, a volte decidere anche per altri, incontrava il limite di un essere umano che non aveva nessuna colpa e non doveva subire le conseguenze, i ricatti di una vita che non aveva scelto e che, in questo caso, gli sarebbe stata imposta da una persona, all'occorrenza io… Soprattutto perché penso, quanto all'autodeterminazione femminile, che questa debba essere comunque, sempre il centro della scelta che la donna sia l'unica responsabile della relazione madre-bambino che è il nucleo della vita e che altre intromissioni non debbano esserci e che quindi l'unica regola valida da un punto di vista individuale debba essere il rispetto per sé e per l'altra o l'altro in quella vita di quella vita che, se viene al mondo, ha diritto di avere un'attenzione esclusiva almeno in tutti gli anni in cui deve essere tutelata e…"
soggetto politica autodeterminazione femminismo scelta responsabilità


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