Manuela: "Dialogando si arriva a non giudicare le scelte"
Leverano (Lecce) 2023 nov. 18 Archivio vivo Lunàdigas MPEG colour sonoro
Il confronto con altre culture start 00:10:02end 00:15:07 Manuela racconta del confronto che quotidianamente, grazie al lavoro che svolge, ha con donne che provengono da altre culture e realtà sociali in cui la gravidanza e l'identità di madre sono centrali nella vita di una donna.
Riflette anche sul tema del calo demografico italiano in cui la politica tende a colpevolizzare le persone che scelgono di non fare figli e non considerare il contributo delle famiglie immigrate.trascrizione MANUELA: "In questi anni di lavoro come operatrice all'accoglienza ho incontrato molte donne, donne di molte nazionalità diverse e che portano un bagaglio culturale molto differente, anche personale. E quello che ho potuto notare in generale è che molto spesso, in altre culture, non c'è la possibilità proprio di chiedersi: "Voglio, non voglio? posso scegliere, non posso scegliere?" Perché è così? Perché non si è arrivati a un punto in cui potersi chiedere in cui le donne possano interrogarsi su questo tipo di argomenti. E, detto questo, però c'è anche da dire che molto spesso, almeno per le situazioni che abbiamo visto in tutti questi anni, molto spesso quella di avere dei figli non è una scelta. Almeno per le donne che arrivano qui e che fanno un certo percorso migratorio in realtà molto spesso la gravidanza è frutto di vere e proprie violenze. E quindi anche lì, non si tratta della cultura, ma si tratta proprio di non scelte. Donne che non hanno potuto scegliere, non hanno potuto interrogarsi su questi temi.
Mi fa sempre sorridere quando parlo con le donne, soprattutto donne provenienti da alcuni paesi africani in cui comunque la maternità è una cosa molto importante, centrale... mi fa sorridere il fatto che loro mi chiedono sempre: "Come non hai figli? No, ma ti devi sbrigare, devi fare figli" e quindi c'è sempre questo confronto rispetto alle varie scelte o anche alle varie culture perché poi spesso mi ritrovo a spiegare loro: "no guarda che in Italia adesso ci sono tante donne che decidono".
"No, ma non è possibile".
Quindi c'è sempre questo confronto che comunque è molto bello. Ed è bello anche il fatto che poi dialogando si arrivi a non giudicare quelle che sono delle scelte. Per cui molto spesso io sento dire: "No, ma quanti figli fanno queste queste africane?"
Va bene, è una scelta. Almeno spero sia una scelta; quando è una scelta va bene che sia così. Quindi insomma è sempre bello perché ti ritrovi quotidianamente a parlare con donne diverse e ad avere opinioni diverse rispetto a queste tematiche. E' molto arricchente questo confronto continuo. Si dice... anzi ultimamente è diventato proprio un tema, un tema che la politica ovviamente ha proprio il tema del calo demografico e del fatto che gli italiani non facciano più figli. Secondo me non è così, non può essere un tema o comunque non può essere è quasi un voler colpevolizzare continuamente chi decide di fare una scelta. Ovviamente non è possibile. Non lo so. È un qualcosa che io vedo come un intervento violento sulle scelte personali delle persone.
Poi ovviamente questo va molto in contrasto con quelle che poi sono le politiche anche migratorie e tutto il resto per cui diciamo non si riconosce nelle nuove famiglie immigrate... non si riconosce lo stesso diciamo potere delle famiglie italiane."
English:
MANUELA: "In these years of working at the shelter, I have met a lot of women. Women of many different nationalities and who bring, a very different cultural and also personal background. What I could notice in general, is that very often, in other cultures, you don't have the possibility to ask yourself, "Do I want it? Don't I want it?" "Can I choose? Can I not choose?" Because it is like that. Because precisely, we haven't arrived at a point where one is able to question, where women can question themselves on these kinds of issues.
Having said that, however, there is also to be said that very often, at least for the situations that we have seen and that we see in all these years, very often that of having children is not a choice. At least for women who arrive here, coming from a certain migratory path, very often pregnancy is the result of real violence. And so there again, it's not about the culture, it's really about non-choices. Women who could not choose, who could not question themselves on these issues.
It always makes me smile when I talk to women, mainly women from some African countries, where anyway motherhood is a very important, central thing. It makes me smile that they always ask me: "How come you don't have children? No, but you must hurry, you must have children". So, there is always this confrontation referring to different choices or to even the various cultures. I often find myself explaining to them. "But you have to know that in Italy now there are many women who decide to..."
"No, no, no, but it's not possible."
So there's always this confrontation which is very nice anyway. And it's also nice that then, talking openly, you get to not judge what are choices. So very often I hear, "But how many children do these African women have?"
It is okay, it's a choice. At least I hope it's a choice, when it's a choice it's fine. So, it's always beautiful, because you find yourself talking to different women on a daily basis. And having different opinions with regarding these topics. This is very enriching, this continuous sharing of views.
Indeed, lately it has become a theme. that politics obviously has... the topic... about declining birthrate, and the fact that Italians are no longer having children. In my opinion, it's not like that, it can't be, or anyway it can't be. It's almost like wanting to blame those who decide to make a choice. Of course it's not possible. I don't know. It's something that I see as a violent intervention on people's personal choices. Then of course this goes very much against what are then also migration policies, and all that. Let's say, they don't recognise in the new immigrant families they don't recognise the same power of Italian families."soggetto denatalità politica lavoro donne gravidanza figli diritti