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Manuela: "Dialogando si arriva a non giudicare le scelte"



Scelta e condizionamenti start 00:00:00end 00:03:36 Manuela si presenta raccontando di non aver ancora maturato una decisione rispetto all'avere figli: desidera, con la complicità del marito, liberarsi anzitutto dai condizionamenti sociali e familiari che la vorrebbero naturalmente madre in quanto sposata.

della posizione, condivisa con suo marito, di non avere figli soprattutto a causa dei condizionamenti sociali riguardanti il matrimonio e la costruzione di una famiglia.
trascrizione MANUELA: "Sono Manuela, ho quarantuno anni. Sono una moglie, quindi sono sposata da nove anni. Faccio l'operatrice sociale per un centro d'accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo in cui accogliamo molte donne, donne sole con bambini o nuclei familiari. E vengo da Lecce, dalla provincia, da un piccolo paesino che si chiama Leverano.
In questo momento, in realtà, ho scelto di non scegliere.
Nel senso che non ho ancora preso una decisione rispetto all'essere o meno una madre perché sento di dovermi liberare di molte influenze che sento intorno a me e quindi vorrei che questa decisione, a parte ovviamente condividerla con mio marito, vorrei che fosse diciamo "libera" da una serie di condizionamenti.
Non ho un'idea, probabilmente voglio essere una madre. Non so quando succederà, se mai succederà, però vorrei che la mia decisione fosse veramente libera da condizionamenti perché sento che questo desiderio che sta iniziando a nascere in me potrebbe in realtà essere un desiderio molto condizionato da quello che ho intorno, dalla famiglia, dalla società, dal sentirsi dire tutti i giorni: "Beh, un figlio? Ma che sta succedendo? Ma ci sono dei problemi?". Insomma, ogni giorno diventa pesante.
Sono due le frasi: "come mai? ci sono dei problemi?" Sono sempre queste.
All'inizio, subito dopo il matrimonio, era: "Beh, a quando? Quando lo facciamo un figlio?", come se dovesse essere un percorso proprio cadenzato. Ti sei sposata? Ok, adesso passa qualche mese, devi fare un figlio e tutto deve essere secondo questo ordine ben preciso.
Quindi diciamo, sono tutte domande che comunque invadono la mia persona, anche quando a farmele magari è mia madre. Non lo so. Sento comunque di non voler dare spiegazioni nemmeno ai miei genitori rispetto a questa scelta o comunque fino a quando non arriverò poi a farla questa scelta.
Per quanto riguarda mio marito sicuramente questa situazione lo condiziona. Quello che noto è che sicuramente è un condizionamento minore rispetto a quello che subisco io in quanto donna perché è a me che il più delle volte vengono rivolte queste richieste diciamo di spiegazioni. Anche da parte, per esempio, della famiglia di mio marito. Mia suocera di solito si rivolge a me oppure magari a tutti e due contemporaneamente, quando siamo insieme. Però sì, è un condizionamento che sicuramente io sento di più."

English:
MANUELA: "I am Manuela, I am 41 years old. I am a wife and I have been married for nine years. I am a social worker for a refugees and asylum seekers shelter, where we accommodate many women, single women, with children or families. And I come from Lecce, from the province, from a small town called Leverano.
Right now, actually, I chose not to choose. Meaning that I have not taken a decision yet, whether being a mother or not. Because I feel like I should get rid of... Many influences I feel around me. So, I would prefer this decision, apart from obviously sharing it with my husband, I would like it to be kind of free from a lot of conditioning.
I don't have an idea, probably I would like to be a mother. I don't know when it will happen, if it will ever happen. But I would like my decision to be really free from conditioning, because I feel that this desire that is starting to born in me, might actually be a desire that is very conditioned by what I have around me, by family, by society.
From being told every day: "Well, but what about a child? What's going on?" "But are there any problems?" I mean, sometimes it gets heavy. It's always the same two sentences. "Why?" "Are there any problems?" Always the same questions. At first, right after the wedding was: "Well, when? When are you going to have a child?" As if it had to be... A set out path of its own. You get married, now a few months go by, you must have a child, and everything has to be in this very specific order. So let's say, these are all questions that anyway yes, they invade my... My person. Even when it's my mother asking them.
I don't know. I still feel that I don't want to give any explanations even to my parents regarding this choice. Or anyway not until I will decide by myself.
As for my husband, surely this situation conditions him. What I notice is that it is certainly a minor conditioning compared to what I suffer as a woman. Because most of the time I am the one who gets asked to give some explanation. Even from, for example, my husband's family, my mother-in-law usually talks to me about it. Or maybe to both of us, when we are together. But yes, of course it is a conditioning that I definitely feel more."
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