Elba Teresa: "Con un figlio non avrei avuto la forza e la libertà di generarmi"

La lotta per i diritti start 00:15:25end 00:19:10 Elba Teresa racconta l'esperienza di auto-esilio svolta in Patagonia e la lotta svolta per i diritti degli operai e delle loro mogli, esperienza che ha in seguito proseguito a Londra nella lotta per i diritti dei prigionieri politici dalle dittature del Sud America. Elba Teresa riconosce nel suo lavoro di cura delle persone la sua dimensione materna spirituale.trascrizione ELBA TERESA: "La cosa per me terribile - questo te lo devo dire - quando sono stata in Patagonia dato che abitavo in un piccolo paese vedevo molto più da vicino tutta la realtà tra la politica, la questione sociale, la questione dei lavoratori, i meccanismi di produzione allora c'era il petrolio, ancora c'è, allora c'erano degli operai che lavoravano sotto terra nell'estrazione del petrolio, un lavoro logorante: mi ricordo che viene la moglie di uno di loro angosciatissima perché era rimasta incinta del terzo figlio, molto angosciata perché il suo medico le diceva: "No però tienilo questo figlio, fai questo regalo al tuo marito!" - lo stesso medico che diceva al marito, che non prescriveva, che non dichiarava quanto si stava logorando e che era a rischio di perdere un orecchio.
Guarda per me questo ossia ti sto raccontando una molto piccola cosa di tutta una situazione, di un'ingiustizia che non è lì, che è dovunque. Dopodiché per me era lì, no? Dopodiché crescendo, viaggiando mi rendo conto che questa mentalità è globalizzata, è globale glo-ba-le, globale.
Allora sì, per me lì è stato difficile perché ero da sola. Eravamo pochi come me nella lotta, quindi avevo le minacce, le ostruzioni... Anche perché le persone se ne rendevano conto di questi discorsi umani'. Umani nei termini di considerare loro e la loro situazione soggettiva e non che dovevano essere servi del sistema, servi di un padrone, asserviti totalmente quindi per me è stata un'esperienza umana fortissima che mi ha dato, dopo, tutte gli elementi per affrontarla a Londra. Perché a Londra, quando io ho vissuto, venivano dalla dittatura i prigionieri politici dalla Colombia allora. Allora io lavoravo, già avevo superato io tutta la questione della mia dittatura, allora quello mi ha permesso di aiutare tutte le persone che venivano dalle altre dittature, perché in Sud America le dittature sono continue e costanti, e allora sì per quello essere mamma comunque io ho rinunciato ad avere un figlio carnale perché nella mia vita sono piena tutto quello che curo, tutto quello che genero, quindi dopo curo e mi prendo carico e responsabilità e impegno, sono figli, ossia, in definitiva, che necessità mi sono detta: "Meno male, sono contentissima perché non ho rinunciato al mio essere madre, che non passa da una questione di utero e del corpo, la carne della mia carne che non mi interessa la carne della mia carne, il possesso e che però io non ho rinunciato al mio essere madre energetica, spirituale, psichica, quello che vuoi, perché creare, inventare, generare vita per me, bueno, io sono una madre e anche padre, posso essere padre, madre, se posso essere tanti aspetti del mio essere, perché ridurmi ad essere una madre carnale?" Chiaro se una madre lo desidera, ha questa vocazione, benissimo! però sono stati pochi gli esempi di madre che sono madri perché amano il figlio, si amano."soggetto cura dittatura diritti