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Momi: "L'esperienza devastante della gravidanza extrauterina"



La casa start 00:21:38end 00:25:52 Momi confronta la propria casa, intesa come luogo temporaneo di deposito delle sue cose, alla ricerca del luogo in cui sentirsi bene, con le case degli amici con figli.trascrizione MOMI: "Io sono stata… la mia indole sarebbe avere un posto dove poter tornare, dove tenere tutto però intanto io frullo in giro per il mondo; per un periodo era così. Dove ci troviamo è la casa dove sono cresciuta per molti anni e dove prima c'erano tutte le mie cose. Poi ho deciso di spostarmi da un'altra parte e tutte le scatole che vedete sono così da nove anni.
Io non ho fatto altro che andare in su e in giù lasciando tutte le scatole qua, cioè quasi tutta la mia vita tranne un po' di vestiti che ho a casa dei miei genitori… insomma valigie varie. Però qua dentro c'è quasi tutta la mia vita; mancano dei mobili che sono sparsi per il resto della casa ma tutti i miei piatti, le tazzine, i libri, le macchine fotografiche del mio bisnonno che è stato uno dei primi fotografi al mondo, quindi ho un sacco di cose a cui tengo e che, purtroppo, a volte non mi ricordo dove le ho messe, non posso neanche riaprire tutte le scatole. Perché… io dico sempre che siccome sono di una famiglia mitteleuropea che si è ritrovata in Italia e ha deciso di essere italiana, e in realtà sono la prima italiana vera dopo diverse generazioni, ho dentro di me le grandi migrazioni.
Non è qui il mio posto, non lo so dov'è, io sento che non è qui; sono andata in giro a cercare dove fosse, ancora non so dov'è.
Per questo lo scatolone mi rappresenta, perché sono così tanti anni che ho tutte le cose in scatola e sto cercando di capire dove devo stare. Però non è che questo implica un'agitazione fortissima che non mi porta a fare delle cose, no, è proprio che io vado nei posti e devo sentirmici.
Non c'è la cuccia, quel senso di "ecco, sono qua!" ancora non l'ho trovato e quindi preferisco avere le cose nelle scatole in modo tale che così quando lo trovo vado via velocemente, è già tutto pronto! A quel punto non me lo devo far sfuggire il posto.
In realtà le case delle mie amiche o comunque dei miei amici che hanno figli... è cambiata molto l'idea della concezione della casa adesso.
Prima, mi ricordo quando ero bambina, le case erano tutte di un certo tipo: tutte molto curate, il salotto, quello e quell'altro. Io ho tutti amiche i cui figli dipingono sulle pareti dei salotti, fanno di tutto. Cercano di essere precise ma lasciano molto liberi i bambini di esprimersi, quindi poi alla fine ci sono delle belle case però molto distrutte. Da un certo punto di vista sì, da altri in questo, sono un po'… chi non ha figli magari è un po' più rigido.
Io sarei per un: "No, quello non lo fai, quell'altro non lo fai!". Sono molto rigida nell'educazione. Il pensiero per me è: un bambino sì, lasciamolo libero di esprimersi, però non mi distruggere la casa."
soggetto casa identità figli educazione


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