Momi: "L'esperienza devastante della gravidanza extrauterina"

Non poter avere figli: la gravidanza extrauterina start 00:00:00end 00:05:38 Momi racconta l'esperienza di gravidanza extrauterina che ha reso impossibile per lei avere figli biologicamente e l'ha condotta a impegnarsi nell'adozione per i single.trascrizione MOMI: "Sono Monica, ho quarantadue anni.
Al momento non ho figli. Le mie ragioni per il momento sono biologiche, ovvero, io avrei voluto una grande famiglia ma purtroppo, a causa di una brutta situazione che è successa, ovvero una gravidanza extrauterina che mi ha devastata, non posso più averne.
Quindi devo comunque vivere col pensiero che, nonostante sono donna perché ancora sono in età fertile e non ho nessun sintomo di pre-menopausa, non potrò avere figli.
Devo quindi considerare tutta la mia vita da un altro punto di vista; un cambiamento completamente stravolgente perché sono venuta su con l'idea che avrei avuto una famiglia, figli, un uomo accanto.
Invece quando sono rimasta incinta è scappato via.
Purtroppo mi sono dovuta vivere da sola, con la famiglia e con amici che mi hanno supportato, una grande tragedia dalla quale però sono uscita, per fortuna, viva, perché potevo anche morire perché non era stata subito diagnosticata. Quindi è stato un grande dolore, sia fisico che psicologico, che mi ha completamente stravolta; questo è stato molto forte.
L'idea di non poterne più avere a volte è devastante, a volte è qualcosa che cerco di pensare come mai mi sia successo e cerco di capire come posso utilizzare questa forza che mi sento comunque dentro, che potrebbe essere spostata su qualcos'altro.
Non è detto che non avere figli non sia anche un modo per invece creare qualcosa di diverso. C'è un poter comunque far nascere qualcosa. Io mi sono dedicata in particolare all'adozione per i single.
È un tema che sento moltissimo, l'ho sempre sentito: ho tre cugini che sono stati adottati - in realtà sono biscugini, dei cugini di mio padre. Loro hanno adottato tre bambini che ormai hanno quasi tutti la mia età, quindi ormai tre persone adulte, fantastiche. E quindi per me era molto normale avere adozioni in famiglia perché è una cosa che abbiamo sempre vissuto con grande spontaneità. Allora ho concentrato molto su questo tema la mia non-gravidanza, che vorrei - diciamo - arrivare a partorire qualcosa di più lì.
Quando aspettavo il mio luogo non c'era, ero per fortuna a casa dei miei genitori che mi aiutavano, però in quel momento c'era una tale confusione nella mia testa che mi sono sentita devastata anche da quel punto di vista. Era completamente un: "dove andrò? cosa mi succederà?", e una paura immensa del futuro perché non ero supportata non c'era un progetto. Perché tu puoi essere madre single ma avere il tuo progetto personale, quando invece ti arriva un'onda che ti devasta come uno tsunami e il progetto non c'è devi farti un progetto tuo mentre stai avendo un grosso dolore, e non sai come reagire e come costruire il progetto, come organizzarlo. Non è facile. Non è facile.
Avrei avuto una grande opportunità di essere supportata dai genitori di lui, che per fortuna mi adoravano, quindi sapevo che avrei avuto grande supporto. Però sarebbe stato il progetto di qualcun altro poi alla fine, non il mio, quindi avrei dovuto accettare un altro non-luogo che mi avrebbe ospitato per un periodo - spero - ma poi avrei dovuto trovare la mia strada. E magari da sola è più facile che con due gemelli, sarebbe stato un po' più difficile trovare uno spazio. Non è facile."soggetto gravidanza extrauterina famiglia d'origine genitori dolore partner single adozione