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Alice, Francesca, Martina: "L'egoismo non è individualismo"



Alice: omosessualità e figli start 00:03:16end 00:10:25 Alice parla della sua relazione omosessuale e di come sia difficile per lei avere un figlio in Italia nell'attuale stato di cose, confrontandosi con Martina e Francesca sulle possibilità offerte all''estero.trascrizione ALICE: "Mia madre ce l'ha con il fatto che vorrebbe nipotini e solita storia, no?
Quando ci siamo messe insieme io e te mi ha fatto la battuta: "eh però i nipotini…"
FRANCESCA: "Ho capito!"
DOMANDA: "Tu anche l'hai sentita Martina questa…"
MARTINA: "Si, mia mamma sa, conosce benissimo la mia visione; sa che è più probabile che lei abbia dei nipoti, cioè che lei le dia dei nipoti"
ALICE: "Se le leggi dello Stato lo premettono."
MARTINA: "Esatto."
ALICE: "A parte che a livello legale, due donne non potrebbero in Italia avere dei figli, neanche con l'adozione, neanche sposate, quindi io personalmente penso che nel futuro vorrò avere figli, magari una volta che sarò affermata a livello lavorativo. La mia ambizione è diventare medico e quindi ci vorranno tanti anni per cominciare ad avere una, come dire, una vita più regolare, con orari più stabili eccetera, in quel momento lì penso di voler avere figli. Comunque ci penserò più in là, ma anche tornando al discorso di prima è un mio desiderio, penso che sia un'esperienza: forse una delle più grandi, forse delle più soddisfacenti esperienze da vivere, però la vedo come esperienza, non la vedo come un obbligo o una trasmissione di valori, lo vedo come esperienza. E come un'esperienza dovrà venire dopo tante altre esperienze che ho fatto. Io la vedo un po' così.
Poi dipenderà molto da cosa succederà a livello politico. Però non mi sento per nulla libera nella scelta perché è chiaro che se dovessi scegliere se avere un figlio con un uomo con una donna a livello politico mi conviene più averlo con un uomo, però non è neanche giusto che la mia scelta sia condizionata da questo; dovrebbe essere una scelta libera e non sento che sia libera, ecco.
Io non so se perché non ho mai avuto rapporti vicini con famiglie arcobaleno, però secondo me semplicemente delle persone poi si trovano e hanno questo desiderio di avere figli…"
FRANCESCA: "…come tutte le altre famiglie…"
ALICE: "…come tutte le altre famiglie e quindi portano avanti questo desiderio semplicemente. Poi si chiama famiglia Arcobaleno ma è un aggettivo per me, non significa poi altro, è una famiglia quasi tradizionale forse, probabilmente sono la stessa cosa. Poi magari a livello sociale viene più comodo chiamarle famiglie Arcobaleno per distinguerle da altre però per me non cambia nulla sostanzialmente."
MARTINA: "Io da persona bisessuale mi sento parte della Comunità LGBT+, ovviamente. Sono d'accordo con mia sorella nel senso che l'aggettivo "arcobaleno" crea un po'… va a rafforzare questo binarismo fra eterosessualità e non. Credo che, ovviamente, l'Italia sia indietro anni luce rispetto ad altri stati del mondo e spero che mia sorella non si faccia condizionare troppo nelle sue scelte dall'istituzione italiana e che sappia che all'estero non è così e che la sua scelta sarebbe molto valorizzata e libera."
ALICE: "Eh sì, ok, però nel momento in cui tu ritorni in Italia comunque non sei riconosciuto come genitore a tutti gli effetti: se ad esempio se mia futura eventuale moglie dovesse andare in ospedale io non avrei nessun diritto di andare a trovarla, di stare con lei; se la mia ipotetica futura moglie dovesse rimanere incinta io non sarei un genitore legittimo, cioè, sono tutte cose che comunque ti fanno pensare. È vero, io posso anche andare a fare un figlio all'estero, però quando torno in Italia è mio figlio ma non per la politica italiana; questa è una cosa su cui lavorare, su cui bisogna fare tanto tanto lavoro, insistere tanto, lottare. Però onestamente, forse la mia visione è un po' pessimista, però la vedo ancora un po' lunga strada in questo in questo senso."
FRANCESCA: "Se posso dire una cosa è che io non li vedo come problemi questi… come problemi, almeno per me, il fatto che comunque tutti quegli ostacoli che una famiglia Arcobaleno deve attraversare non li ho mai visti come delle cose che ti debbano mettere di fronte a una scelta. Cioè, solo perché ci sono questi ostacoli allora devo prendere in considerazione che forse è meglio andare con un uomo piuttosto che con una donna, perché è più facile eccetera eccetera, cioè non ho mai visto queste cose come…"
ALICE: "Tu non la vivi così."
FRANCESCA: "Sì, sono cose che sono così e basta. Sarà che non sono, cioè almeno per adesso non ho interesse a fare una famiglia, quindi non mi si pongono, non lo so, però ho sempre accettato sia le condizioni esterne derivanti dal fatto di essere donna sia il fatto di essere omosessuale; sono cose che arrivano e le accetti senza nessun tipo di fastidio… si fastidio, rabbia, però non che non che possano influire più di tanto. Cioè nel senso: sono così non mi interessa il resto. Se devo andare fuori dall'Italia andrò fuori dall'Italia molto tranquillamente. Cioè sì fastidio, rabbia… però accetto molto tranquillamente, non mi farò mettere i piedi in testa da queste cose."
ALICE: "Io, sì, devo dire che queste cose mi toccano. Poi penso anch'io che nel momento in cui sei convinto di una cosa e vuoi avere un figlio sei pronto comunque ad affrontare queste evenienze, però, proprio perché in questo momento non ne sento la necessità e non le sento l'urgenza, ho anche tempo per ragionarci sopra e capire effettivamente perché, come; e quindi in questa posizione in cui mi trovo adesso mi viene facile dire: "Però non è giusto, però è difficile" però poi nel momento in cui sarà chiaramente mi adopererò, certo. Però ecco."
FRANCESCA: "No, certo. Anch'io sono d'accordo che non sia giusto, che sia fastidioso, che sia una cosa ingiusta eccetera eccetera. Però nel momento in cui vorrò dei figli dirò: "ok", cioè non mi farò spaventare da queste cose."
ALICE: "Secondo me comunque tu te la sei sempre vissuta in questo modo anche su tutti gli altri aspetti, non solo sulla maternità."
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