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Lea Melandri: "Il femminismo è stato un atto straordinario di nascita"



Carloforte start 00:44:56end 00:49:12 Lea Melandri racconta la sua altra nascita rappresentata da Carloforte, il luogo di felicità della sua "singolitudine", e che l'ha conquistata, dalla prima vacanza femminista a trentaquattro anni, per le sue acque trasparenti e per la dimensione di paese. Il racconto è l'occasione per approfondire il suo rapporto con l'acqua, con la musica, con la casa.trascrizione LEA MELANDRI: "Sì, Carloforte è un'altra data… è un'altra… come dire, data di nascita. Intanto ha le acque e ha il mare. Io avevo allora nel '75… quando sono arrivata qui con questa vacanza femminista, prima vacanza femminista in Italia organizzata insieme con le donne, meravigliose amiche femministe di Cagliari... ecco, io avevo trentaquattro anni. Sono nata nel '41. E al mare son stata credo una volta o due con la mamma, da piccole, della serie Adriatico "non andar nell'acqua alta", l'acqua al ginocchio ecco, venivo dalla terra… Ecco devo dire vedere queste donne, cinquanta donne in acqua che cantano, che si tuffano dalle rocce… Io non ho potuto fare a meno di… dopo cento volte che mi sono affacciata dalle rocce, mi sono buttata. Poi maschera, pinne, è stata la scoperta… devo dire la prima impressione è la scoperta del mare, proprio la primissima impressione. Quindi una nascita, in una dimensione tra l'altro che mi è risultata familiare. La cosa strana è che non sapevo nuotare, non ero mai stata nell'acqua alta…però ecco, io mi sono ritrovata come in un elemento naturale. Ho tentato poi, quando mi hanno dato la cittadinanza, dopo tanti anni che vengo qui e dovevo dire qualcosa, non è stato facile interrogarmi del perché di questo amore. L'acqua c'entra molto, queste acque trasparenti, limpide, questi fondali marini che io amo. Io starei con la maschera sempre, proprio guardare i fondali per me è… io ho detto: "la sensazione che ho, l'impressione è di una ebetudine" che è un misto tra la beatitudine e l'inebetimento. C'è qualcosa nel guardare i fondali che mi rasserena l'animo. Non so, qualcosa come se lì vedessi delle tracce di una storia altra, profonda. Va beh, quindi è stata la scoperta del mare, di queste acque meravigliose, di queste scogliere e anche poi del paese. È un paese Carloforte, è un paese con delle tradizioni che immediatamente mi hanno conquistato. In particolare la tradizione delle serenate. Io amo cantare, quindi ho cantato serenate. Ho messo insieme tre generazioni di menestrelli carlofortini, quindi è stata una nascita in un paese ideale, di natura meravigliosa. Io dico sempre che qui il mio sogno d'amore è riuscito. Se il sogno d'amore è la composizione armoniosa di nature diverse, qui per me corpo e mente si compongono meravigliosamente. Infatti c'ho tenuto molto anche negli anni, soprattutto da quando ho cominciato a star qui due mesi, a tenere insieme lo studio, la scrittura, il pensiero con i bagni, il sole, l'aria, la frequentazione del paese. È una composizione armoniosa. Ecco qui questa "singolitudine" ha trovato il suo luogo di felicità, dico "sogno d'amore riuscito". Perché nessuno, dopo quarant'anni, tornando qui dice: "che meraviglia!". Un amore che si rinnova ed è sempre una meraviglia in più. Questa casa poi, in modo particolare, la trovo particolarmente armoniosa, ecco, nel senso… i colori, gli odori, le forme. E qui poi questo elemento di singolarità, qui ha trovato - dicevo - la sua forma ideale. Perché qui, io che vivo sola a Milano da sempre, dal ‘60 quando sono arrivata a Milano, dal ‘66 ho sempre vissuto da sola, 40 metri quadri, casa e rivista, prima "L'erba voglio" dieci anni, poi la rivista "Lapis" dieci anni… le mie case sono 40 metri quadri, casa e rivista. Aggiungo, per fortuna, le riviste finiscono. Perché dovrei uscire io ad un certo punto... Qui invece è la casa dove io posso condividere una quotidianità con delle amiche, con delle persone amiche. E quindi io qui ritrovo quella felicità dell'essere. Io dico: "sono una solitaria socievole". Qui è la mia socialità felice, con le amiche, con cui condividere per un periodo una quotidianità e poi, appunto, ci sono tanti ingredienti che fanno sì che questo per me sia un luogo ideale."soggetto casa anni Settanta felicità solitudine lavoro amiche


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