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Nora e Annarita: "Avere tu un figlio non toglie la libertà a te, la toglie a me..."



Le ragioni della scelta start 00:03:15end 00:08:57 Annarita e Nora si confrontano sulle ragioni che hanno portato la prima a sperimentare la maternità e la seconda a ricercare anzitutto l'autonomia personale e professionale, al di fuori di ogni ruolo.trascrizione ANNARITA: "Non è che poi ne abbiamo mai ben parlato perché tu non hai voluto avere figli. Perché?"
NORA: "Guarda questa cosa..."
ANNARITA: "Quando, quando hai deciso? Perché poi tu sei precoce in tutto, quindi immagino che all'asilo già tu abbia deciso, non so in quale momento e perché questa decisione. Io questo bene bene non l'ho mai capito, perché..."
NORA: "Mah, in fondo è semplice guarda..."
ANNARITA: "Mah!"
NORA: "Io tutto sommato faccio coincidere, adesso poi naturalmente è una ricostruzione della mia storia alla luce anche del presente, perciò..."
ANNARITA: "Beh, certo!"
NORA: "… è difficile rintracciare esattamente le tappe, però posso dire che la scelta di non avere figli è stata una costante nella mia vita direi da quando ho lasciato il liceo, sono andata all'università, mi sono iscritta in filosofia e ho deciso che la mia più grande aspirazione era costruirmi una libertà nell'ambito della quale io potessi prima di tutto render conto soltanto a me stessa, intanto dedicare il mio tempo allo studio, alla professione, e poi è diventato anche un impegno politico. Però prima di ogni altra cosa io ho sognato di non svolgere più alcun ruolo e che non venissi vista e interpretata partendo dal ruolo, ecco quindi già sai il ruolo di figlia..."
ANNARITA: "C'era già abbastanza!"
NORA: "... è stato un compito piuttosto impegnativo, per cui dico tutto sommato non mi è rimasto il tempo di fare la madre perché ho fatto la figlia. Però insomma a parte gli scherzi ecco proprio essere madre è una.. è un impegno, chiamiamolo così, una responsabilità che ho ritenuto di non dover assumere perché ne ho altre, ne avevo altre, e ne ho scelto altre soprattutto. Ecco quello che io lamento delle donne che hanno avuto figli, quantomeno della maggior parte e tra queste ci sei tu purtroppo, è che il figlio comunque ha sempre la priorità su ogni altra cosa. Anche sulle cose che si afferma siano essenziali per la propria esistenza, poi compare il figlio e improvvisamente io, in questo caso, divento una conseguenza, cioè divento un elemento secondario e questo indipendentemente dalla mia disponibilità ad essere una conseguenza. Questo in un certo senso te l'ho rimproverato e continuerò a rimproverartelo finché campo, perché quando compare tuo figlio è come se io mi dovessi in qualche modo volatilizzare: è così, te lo giuro."
ANNARITA: "Beh, non ho motivo di negarlo, se tu lo vedi così, certamente. Però cioè... certo è un dispiacere, perché invece per me avere un figlio è stato in qualche modo credo - poi certo ci ho ripensato nel tempo - allora quando ho fatto questa scelta non.. certamente non ero consapevole - un modo per .. invece, come una sfida, un senso di avventura nel senso di utilizzare e sperimentare questa possibilità che ogni donna ha e che mi sembra comunque bellissima, ma contemporaneamente non farmi assorbire totalmente da questo. Quando parlo con mio figlio, con Stefano, e gli dico: "ma guarda io sono fiera del fatto che credo non ho mai avuto la sensazione di aver fatto un sacrificio per te", nel senso di aver rinunciato a delle parti importanti di me, poi magari sarò stata una madre molto imperfetta, magari certamente avrò avuto delle carenze, però sono sempre stata attenta ecco a non... a non giocarmi la mia libertà per il fatto... cioè di riuscire a tenere assieme le due cose. E lui mi dice "macchè, ma quando mai, cosa vuol dire, non hai fatto nessun sacrificio, io lo so". Insomma io mi ricordo che alcune, cioè le amiche, gli amici andavano in giro e io non potevo, c'era il figlio, tra l'altro... insomma anche allevato, non posso dire da sola, no non posso dire da sola, però comunque insomma in un'assenza.. senza una condivisione costante con suo padre, e perciò qualche difficoltà... però sacrifici no, quindi il fatto che tu mi dici il figlio davanti a tutto... "
NORA: "Li avevi riservati per me i sacrifici."
ANNARITA: "Ma no."
NORA: "Me li hai, me li hai..."
ANNARITA: "Eh, purtroppo questo lo sappiamo che è il nodo, che saremmo andate. Meno male che siamo intelligenti perché nonostante questa incomprensione andiamo d'accordo."
NORA: "Meno male che siamo intelligenti e che ci vogliamo molto bene direi perché insomma altrimenti la nostra storia sarebbe finita da molto tempo."
ANNARITA: "É un po' dura, però è vero, è vera questa cosa, cioè una parte di verità in quello che tu dici c'è, nel senso..."
NORA: "No, una parte è una verità molto precisa e assolutamente degna del massimo rispetto."
ANNARITA: "Degna del massimo..."
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