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Il cerchio delle ceramiste: "Sulla mistica della maternità"



La scelta della maternità e non start 00:19:31end 00:26:17 Partendo dalla constatazione che in Italia non ci sia spazio per la maternità vissuta come single, Silvia apre il tema in generale della scelta della maternità: riscontra che molte sue amiche stanno scegliendo di non avere figli per motivi economici e per traguardare altri obiettivi. Lavinia racconta la sua esperienza personale di donna realizzata nel lavoro ma senza figli, non per scelta consapevole, ma come naturale conseguenza degli eventi della vita.trascrizione SILVIA: "Sì, poi, secondo me, in Italia non si sceglie mai una maternità da singole, perché è… però una donna che arriva a volere un figlio può darsi che non ha un compagno accanto con cui costruire quella famiglia. Perché deve rinunciare a quel desiderio? Lo dovrebbe poter fare, io penso, come tutto, cioè deve essere libera di scegliere. Se arriva al momento appunto in cui uno concretizza una scelta, se poi questa scelta non la prendi per le condizioni esterne questo è frustrante, questo non dovrebbe poter esistere. Io devo scegliere per me stessa, per la mia vita e per la vita di chi metto al mondo, però in questa dinamica, no perché vivo in un mondo che non mi permette di fare questo o perché per fare questo devo andare da un'altra parte."
MIRIAM: "Sì sì, sono d'accordo."
SILVIA: "Il discorso, secondo me, di cambiamento generazionale rispetto a quella che è la scelta di avere o meno figli io la sento molto forte, però non so se perché sono immersa diciamo in una… nella maggior parte delle mie amiche, delle mie amiche storiche, quelle di sempre, non so se hanno fatto ancora una scelta limpida e precisa e cosciente, però sicuramente all'età di trentacinque, trentasei anni non aver ancora scelto di avere dei figli significa che non stai scegliendo di avere dei figli, per cui, probabilmente, come dire, la scelta inizia ad essere quella. Io penso che, almeno intorno a me, la maggior parte delle donne che mi circonda stanno facendo questa scelta. E non solo per, appunto, le condizioni economiche e sociali ma anche perché hanno altre priorità: hanno, comunque, una vita da portare avanti, una carriera da portare avanti, dei sogni da soddisfare, prima appunto di dare tempo ad altro. Però non so se è una mia… non so voi come… »
LAVINIA: "Secondo me non si tratta sempre di scelta, cioè nel mio caso io non è che, a un certo punto, ho scelto di non avere un figlio. È un po' la vita che mi ci ha portato, e così come tante altre mie amiche, cioè dipende un po' da quello che ti succede nella vita. Io fino a trent'anni quando vedevo i bambini mi sentivo... li sentivo proprio estranei, non li capivo proprio, mi mettevano anche tristezza. Poi ho capito che, in realtà, era una mia proiezione così come quando, magari, una mia amica giovane ha avuto due bambine, io le sono stata molto vicina ma in realtà non mi identificavo in lei come madre, più che altro mi identificavo nei bambini, come a recuperare qualche cosa di mio. Quindi in realtà alla maternità ci sono arrivata, a pensarci, molto più tardi e anzi avevo dei momenti di crisi, perché dopo una relazione, l'ho un po' scoperta, dopo una relazione con un uomo che aveva una bambina mi sono un po' aperta a questo mondo, ho cominciato a sentire quello che si dice che è l'istinto materno. Quindi quando vedevo un bambino magari mi mettevo anche a piangere perché m'ero lasciata, ero sola... Poi mi sono resa conto che in realtà non era quello, è un po' la società che ti dice, almeno per me è così, che ti dice: "ok, va beh, se la tua amica ha avuto un bambino perché si è laureata, ha il fidanzato, ha la casa, adesso è pronta a fare un figlio e quindi è ok, è una persona che va bene". Io la vivevo molto così. Poi con il tempo mi sono realizzata con il lavoro, poi questa è una cosa magari anche molto personale, ho sempre bisogno di esprimermi in qualche modo, e quando mi sono costruita la vita su di me proprio, mi sono resa conto che appunto in realtà mi sono molto liberata da questi condizionamenti, che sto bene così, e poi ad un certo punto - certo ho quarantuno anni - non credo che farò figli. Ancora il tempo c'è, certo c'è un orologio biologico però mi sento di poter dire che ancora non sto scegliendo e se poi non lo farò - come penso -, credo che l'importante poi in realtà è stare bene, stare dentro la vita. Perché io conosco tante persone che secondo me si stanno anche accanendo su questa cosa del figlio perché cominciano ad avvicinarsi ai quarant'anni, perché hanno un compagno, quindi devono fare... o perché non hanno un compagno e si disperano. Io spesso mi domando: ma veramente questa cosa del figlio non sarà una cosa che ti fa sentire a posto con la società, gli altri ti dicono che va bene così, non sarà magari anche in questo caso una proiezione di te nel mondo? Ma se invece stai veramente bene poi può essere che hai un figlio, può essere che non ce l'hai, può essere che lo vuoi e non viene però non è un dramma, no? Quindi non parlerei sempre di scelte…"
SILVIA: "No infatti io dicevo che probabilmente è la vita che poi sta portando alla non-scelta, cioè alla scelta non o alla non-scelta, non so come definirla però, è ovvio che non... secondo me almeno la minoranza delle donne sceglie di non fare figli. Spesso è come dici tu, nel senso che poi è la vita che ti porta a non affrontare quell'argomento lì o comunque a non sentirtelo tuo. Però, secondo me, è anche nel momento in cui, poi, invece lo senti tuo, cioè dall'altra parte come me, rimane quel dubbio. Cioè quello che tu dici: "ma l'hai fatto perché lo sentivi veramente forte questo desiderio o l'hai fatto perché era arrivato un momento in cui, come dire, avevi bisogno di un accumulo di esperienze? non so come dirti, cioè di fare un'esperienza in più, fare ancora un'altra cosa, no?" … a me questo dubbio ancora, non l'ho sciolto almeno io per me stessa."
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