skip to Main Content

Università della Terza Età di Cagliari



Discendenza - testimone 5 start 00:45:20end 00:47:48 Una donna (testimone 5) racconta delle pressioni subite dal suocero per la procreazione di un discendente maschio che portasse avanti il suo cognome.trascrizione TESTIMONE 5: "Dopo le due figlie che sono nate a tamburo battente, una appresso all'altra, c'è da dire che mio marito era il primogenito, aveva trentuno quando ci siamo sposati, non era più ragazzino; le figlie di mio suocero, le mie cognate avevano figli maschi. Sicché l'unico maschio di mio suocero era mio marito che aveva due figlie femmine, non poteva tramandare il casato. Un bel giorno viene a casa, forse la più piccola aveva tre anni, mi viene a dire, che poi me lo ha detto il pediatra quando ha saputo che ero di nuovo incinta: "signora cosa vuol fare, una squadra di calcio? Le scrivo io le pillole". E lì l'abbiamo interrotta. Viene a casa mio suocero, veniva a trovarmi da solo anche senza la moglie, guardava le bambine, era felicissimo. Un giorno mi ha detto: "ti devo chiedere una cosa", "dica babbo" - gli davo del lei perché si usava così -, "devi fare un altro figlio". "A chi?"
"Tu, tu lo fai adesso, ti regalo un milione".
Sa che cosa vuol dire nel'68, '69? Ho detto: "No!"
"Ma ci pensi?"
"Ascolti, io ho fatto ciò che mi è stato seminato, non lo so come andrà a finire, se pure quell'altro sarà femmina; i figli spariscono, la femmina mi rimane, Grazie tante, caro suocero".
Però lui tornava alla carica. Lui voleva un altro per lasciare il cognome.
Ma che? Cosa significa? Per me non ha significato: un cognome, basta. Non hai i possedimenti, non hai la contea, il ducato, non c'è niente. C'era soltanto un cognome, basta. Io non l'ho fatto. Caso ha voluto che l'ultimo figlio di mio suocero, sempre maschio, ha avuto una figlia femmina quindi, la dinastia si è interrotta lì."
soggetto figlio eredità discendenza contraccettivi Sessantotto


Back To Top