skip to Main Content

Alice, Francesca, Martina: "L'egoismo non è individualismo"



Famiglia d'origine ed educazione start 00:10:26end 00:19:09 Alice e Francesca discutono dei diversi modi di vivere la propria omosessualità anche nei confronti del mondo esterno e delle rispettive famiglie. Si discute della visione dei figli come prolungamento ereditario dei genitori e di come invece sia l'educazione ricevuta a plasmare il nuovo individuo, che può successivamente contribuire o meno a sovvertire i valori tradizionali di mascolinità e femminilità.trascrizione ALICE: "Ti sei sempre vissuta la tua omosessualità in maniera differente da me. Io sono sempre stata più restia al mondo esterno: se c'è la donna che ci guarda male perché ci teniamo in mano ti lascio la mano e queste cose, cioè, tu invece sei più… rivoluzionaria."
FRANCESCA: "Attaccabrighe."
ALICE: "Tu speri che qualcuno venga da noi in spiaggia e ci dica: "Sì però non potete stare qui e fare smancerie" così gli puoi dare una testata, io invece no… penso che sia proprio una tua visione, forse anche perché tu l'ha vissuta per più anni, da più tempo."
Francesca: "Non lo so può essere che non l'ho pensato e non ha creato problemi quindi è stata una cosa normale. Nessuno mi ha mai fatto pressioni, vabbè i miei ci sono rimasti male ma soprattutto perché ho un fratello anche lui gay, sono rimasti male più per lui che per me e quindi io ho solo seguito il flow di questa novità del fratello gay e quindi sono rimasta un po' in sordina, un po' in secondo piano. Però, si, non mi ha mai creato problemi. Non ho mai ricevuto atti di omofobia, è sempre stato accettato normalmente.
I miei sono sempre stati molto tradizionali e quindi sono conosciuti da giovani e hanno sempre lavorato, hanno lavorato di notte per mantenere i figli. Quindi è una famiglia molto tradizionale che contava molto sulla famiglia, infatti ci hanno fatti molto giovani e ci speravano, quindi sapere che entrambi i figli erano gay li ha un po' destabilizzati però se ne sono fatti una ragione dopo qualche mese, dopo qualche anno. Però sì, sicuramente c'è un po' di delusione; poi noi non parliamo molto quindi non so neanche cosa pensino, però quelle poche volte che abbiamo parlato sì, c'era delusione perché comunque credo che un genitore di tipo tradizionale ci conti sull'avere dei nipoti, sull'avere ancora un altro prolungamento di sé stessi; però onestamente, mi frega ben poco di questa delusione."
MARTINA: "Posso commentare la questione del prolungamento di sé stessi? Perché credo che sia veramente una bella metafora per rappresentare come la società vede i figli. I genitori in generale tendono a considerare il figlio come prolungamento di sé stessi e io lo trovo molto brutto perché viene tolto l'individualismo del figlio.
Ho recentemente avuto una discussione con mia madre a proposito di tatuaggi, credo che lei contasse sul fatto che la sua visione dell'estetica fosse uguale alla mia, io come prolungamento del suo DNA, della sua intelligenza emotiva e tutto il resto… credo sia sconvolta nel sapere, nel riconoscere, che io sono un individuo, non solo sua figlia. Ho un cervello pensante, ho un concetto mio di estetica… credo che questa visione, soprattutto materna, del prolungamento nel figlio sia un po' problematica e sia ancora molto presente. Per la mia esperienza personale, nel binomio dei miei genitori, mia madre è sempre stata più restia a vedermi come individuo e più tendente a vedermi come sua figlia mentre nostro padre ha sempre accettato comunque più apertamente che io potessi essere un individuo con le mie caratteristiche, la mia intelligenza emotiva diversa rispetto alla sua. Quindi per la mia esperienza tendo a vedere questa cosa più come materna, però è molto personale. D'altra parte credo che ci sia questa consapevolezza, questa tendenza a pensare alla madre come un tipo di genitorialità più diretta e più totale, credo che possa essere derivata dal fatto che la riproduzione, la gravidanza avviene nel corpo femminile. Quindi è una cosa sociale che deriva dal fatto biologico, ma è una cosa molto personale, nel senso che mia madre rispetto a mio padre ha sempre avuto più questa visione dell'estensione personale nel figlio."
ALICE: "Anche perché tantissime volte, tipo nei film o se ascolti esperienze di altre persone, si sente tanto questa cosa del padre che controlla - uso appunto "controlla" in senso dispregiativo - la figlia femmina. Si sente tanto ‘sta cosa. Noi non ce la siamo per niente vissuta, nel senso che nostro padre anzi è sempre stato quello più, che ci ha sempre più spinto ad essere noi stesse, a farci la nostra vita e invece secondo me nostra madre ha preso un po' quella parte lì, nel senso che io anche ho dovuto affrontare anni e anni di psicoterapia per sganciarmi da questa cosa, di trovarne la mia personalità, di trovare la mia identità rispetto a mia madre quindi, sì, credo vada molto a esperienza personale. Però penso che se fossimo nate maschi magari la cosa sarebbe stata diversa. Si tende comunque, penso, ad avere più il senso del controllo su una figlia femmina piuttosto che un figlio maschio."
MARTINA: "Aaah, il patriarcato."
ALICE: "Secondo me c'è abbastanza ‘sta cosa, poi non lo so perché non ce l'abbiamo vissuta in prima persona però…"
FRANCESCA: "Dipende da famiglia a famiglia, però in linea di massima…"
ALICE: "Forse sì, comunque secondo me nelle nuove generazioni questa così sta un po' perdendo per fortuna, però si sente ancora tanto, mi sento ancora… cioè anche andando a cena a casa di un'amica con i suoi genitori la vedo un po' questa cosa dei ruoli di genere all'interno della famiglia.
Poi spero, penso, credo, che nel futuro, immediato e prossimo, questa cosa un po' si perderà perché non regge soprattutto con l'educazione delle nuove generazioni anche i ragazzi di oggi si rendono conto che è sbagliata e che devono avere un ruolo individuale e personale all'interno della famiglia. Quindi penso che cioè sono un po' ottimista su questo ecco, però penso, sono sicura del fatto che ci sia sempre stata e sia ancora presente oggi, soprattutto nelle famiglie oggi adulte."
FRANCESCA: "Ma poi dipende molto da come i genitori li crescono: se tu abitui il figlio maschio a deve mantenere un certo tipo di mascolinità e invece la donna, alla figlia femmina insegni che deve essere bella, deve essere carina e gentile, son tutte piccole cose che poi si uniscono e vanno a creare quella che è la situazione tradizionale, della famiglia tradizionale, dove i ruoli sono super definiti, eccetera."
ALICE: "Tra l'altro, scusami se ti interrompo, però qualche giorno fa eravamo andati in spiaggia qua vicino a Noto e abbiamo assistito proprio ad un episodio secondo me calzante in questo senso: c'erano due sorelle e un fratellino un po' più piccolo che hanno trovato dell'argilla e se la sono spalmata su viso e corpo. Sono arrivati dal padre: "Guarda, guarda c'è l'argilla. Che bello". Il padre vede il ragazzino che si era messo l'argilla in faccia e gli fa: "Guarda che questa è una cosa che fa bene solo alla pelle delle ragazze, vattela a togliere subito" e il bambino è andato a togliersela subito, quindi secondo me questa cosa è ancora presente perché l'abbiamo avuto la dimostrazione pratica."
soggetto omosessualità giochi famiglia d'origine genitori educazione giudizio sociale stereotipi


Back To Top