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Moni Ovadia: "La voce del sangue non esiste"



Il rapporto con i bambini start 00:06:02end 00:11:48 Partendo dal rapporto di affetto avuto con i nipoti e i figli di amici, Moni Ovadia riflette sul tipo di figura paterna che sarebbe potuto essere.trascrizione MONI OVADIA: "Io amo moltissimo i bambini, non so se sarei stato un buon padre, ma sicuramente sarei stato un padre molto affettuoso. I bambini mi adorano, io adoro i bambini, sto bene con loro e ecco adesso lo ridico, se lei mi permette, ho avuto io dei legami molto forti, non consanguinei, con una mia nipote acquisita, figlia della sorella della mia prima moglie, con la quale mantengo tuttora rapporti vivissimi e Marzia l'ho tenuta in braccio quando aveva tre ore, ho avuto un periodo breve di coabitazione, ma Marzia... ci sono stati dei momenti che i suoi genitori hanno avuto dei piccoli problemi come tutte le coppie, veniva a stare da me. E io ho un forte legame con lo studio delle lingue straniere, anche faccio… la molteplicità delle lingue per me è anche una tavolozza artistica, ma studio sempre una nuova lingua, lei è rimasta molto molto impressionata, infatti ha fatto l'interprete. Nella vita ha fatto, ha tentato anche la via musicale, era anche dotata ma poi ha scelto quello e adesso vive a Parigi, ha un marito incantevole, un geologo napoletano di una simpatia travolgente, che io adoro, Marzia in questo dice: "Lo amo alla follia perché mi fa ridere"…E ci vediamo pochissimo, abbiamo un legame fortissimo e abbiamo avuto un legame davvero straordinario, per cui lei ha avuto, ricevuto da me diciamo questa influenza o comunque questo dono, questo scambio no? Poi in particolare lei, ma anche l'altra nipote Raffaela, la portavo all'asilo per certi periodi, mi chiamava... era pestifera Raffaela, era vivace, stupenda, era bellissima, era come camminare con un elefante rosa vicino... rimanevano tutti... aveva questi occhi, ed era una meravigliosa teppista, mi chiamava "mammo"! E insomma però ho sempre avuto una relazione molto forte con i bambini, ce l'ho tuttora.
Ho delle amiche che ho conosciuto da piccine piccine: Costanza che è palermitana, appena arrivo a Palermo lei mi manda dei messaggi super passionali, noi giochiamo un po' come di essere amanti. Ha cominciato a lavorare con me aveva sei anni, Costanza, poi ha rilavorato con me che ne aveva dieci, e poi da allora son passati degli anni, l'ho rivista, impegnata in politica, piena di vivacità... adesso l'ho rivista recentemente, e abbiamo proprio... quell'esperienza è stata, si è stabilito un legame. E Bibi la figlia di due miei amici palermitani che mi vogliono un bene dell'anima e lei appena arrivo, arrivano i messaggi, le feste, ci dobbiamo vedere. Ho sempre avuto una comunicazione forte, intensa, facile, per questo credo sarei stato un padre molto affettuoso, molto indulgente, forse troppo indulgente, però sicuramente appassionato per trasmettere, per condividere, per… ho sempre detto anche alle mie amiche giovani giovanissime, quando volete venire in teatro, venite e dite "sono la nipote di Moni, dite che siete mia nipote".
È naturale per me guardare con una grandissima tenerezza e attenzione coloro che sono nell'età dei miei figli, alcuni potrebbero essere mie nipoti, potrei essere il loro nonno: è una dimensione davvero veramente meravigliosa. Però ecco non vivo questa mancanza come un vulnus, una…come posso dire un handicap, una menomazione, no, no... perché così, le cose sono andate in questo modo, c'è stato un farsi delle cose che ha portato a questo. Del resto ho riflettuto, a volte i padri famosi sono piuttosto ingombranti. Ha avuto anche da lamentarsene il mio fratello maggiore, scherzosamente, se ne è lamentato; anche mio cugino che era quello che aveva fatto successo economico. Una volta mi ha detto con aria malinconica: "Mi credevo chissà chi, sono solo il cugino di Moni Ovadia!"
Naturalmente questo è anche un modo affettuoso di riconoscermi un cammino, che il mio è stato tardivo, perché ho avuto successo, la mia vita è svoltata a quarantotto anni. Di mio fratello non faccio a tempo a dire il cognome che… Credo che avere un figlio, soprattutto un figlio maschio, essendo il padre la figura... forse avrei potuto essere faticoso, non necessariamente, però sentirsi continuamente sollecitare. Comunque al di là di queste considerazioni, non è stato per questo… è stato per quello che ho spiegato."
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