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Lisetta: "Per me era importante una libertà sfrenata"



Rapporti adulti start 00:07:22end 00:10:50 Lisetta racconta del suo rapporto con i nipoti, che ama e di cui difende le libertà. Racconta anche di come sua madre aspettasse figli anche da lei, che però ha sempre visto il rapporto genitore-figlio in un'ottica di imbarazzo e disagio, altro motivo per il quale ha scelto di non diventare madre.trascrizione LISETTA: "Diciamo che io sono abituata a relazioni tra adulti e a relazioni di libertà, senz'altro. La mia paura è di annoiarlo un bambino, non so come dire. Forse è la cosa più pesante. Quando vedi quelle situazioni nelle quali ragazzini cominciano a non voler frequentare i genitori, in cui si vergognano di uscire con la madre, di stare vicino al padre, quello veramente per me era così angosciante. Pensavo: "perché sarebbe dovuto essere diverso per me", era una prova abbastanza insopportabile. Cioè non ero già predisposta, questo fatto sicuramente non mi attraeva per niente. E poi pensavo appunto in realtà di essere molto autoritaria e di riproporre, avendone sofferto, un modello di famiglia che non mi aveva aiutato in termini di serenità, e in termini di amorevolezza. Quindi perché avrei dovuto fare davvero diversamente? Può darsi che mi fossi trovata in condizioni tali da riprodurre il peggio della mia famiglia.
Questa è la sfida che ho sempre avuto con mia madre, la quale dice ancora oggi: "l'unica cosa che mi dispiace è non averti vista con un figlio, alle prese con un figlio". Perché sono stata una figlia molto ribelle, e lo sono ancora adesso; parteggio visibilmente per i miei nipoti e la faccio disperare perché ne difendo il diritto a rientrare tardi, difendo il diritto ad avere la loro vita autonoma e lei continua a dire: "sì che ti avrei voluto vedere! che cosa avresti fatto non lo so". Neanche io lo so, in effetti.
Le mie sorelle hanno scelto tutte, devo dire, con molta determinazione, di fare dei figli. La mia sorella gemella dormiva con 12 bambolotti nel letto, io non ne ho mai avuto neanche uno. Quando si svegliava erano tutti per terra, più o meno affastellati e lei voleva, sicuramente, una grande famiglia. Ha avuto due figli, un maschio e una femmina che si, in qualche modo ho considerato, non i miei figli ma un campo d'azione molto libero per potermi misurare con i bambini. Questo è stato possibile perché frequentavano molto la casa dei miei genitori e quindi io che vivevo in realtà in quell'orbita, ne ho usufruito. Ho usufruito di questa vicinanza, di questa contiguità, ne ho approfittato. È stato molto piacevole. In realtà, ho poi maturato un rapporto con loro che è stato di grande affetto; anche con gli altri, anche se il rapporto non è stato così immediato e così diretto, c'è un affetto straordinario. Mi dispiace, forse, per uno dei miei nipoti non poterlo aver visto di più, ma sono un po' le abitudini della nostra famiglia che non ha una grandissima contiguità e continuità di relazione, per cui insomma, si rimedierà anche più in là, immagino. Comunque, certo, loro hanno avuto dei figli e io sono rimasta la pecora nera."
soggetto famiglia d'origine disagio libertà nipoti


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