skip to Main Content

Marina Piperno: "I miei film erano i miei figli"



Animali domestici start 00:15:16end 00:19:48 Marina Piperno racconta il rapporto speciale vissuto con un barboncino accolto in casa e inizialmente destinato alla suocera.trascrizione MARINA PIPERNO: "Poi invece ho avuto un discorso completamente diverso da un comune umano, questo lo dico sempre, quando nel 1995, andando a cercare un canetto per mia suocera che manifestava la voglia di avere un cagnolino, in Toscana dove noi abbiamo una casa in alta Maremma, presi un barboncino di cinquanta giorni che era di una bellezza e feci l'errore, non lo so se è stato un errore o meno, di prenderlo dieci giorni prima di portarlo a questa mia suocera; e lo abbiamo portato a casa, aveva cinquanta giorni ed era una pallottolina color champagne con due occhietti, e lì è stata la fine, perché dopo dieci giorni siamo arrivati qui nella zona della Liguria di Levante e abbiamo portato questo canetto a mia suocera; e stava in uno zaino questo canetto, con la testa di fuori e mia suocera l'ha visto ma era un po' così, incerta, allora mio marito, Luigi, disse: "va bene mamma, ce lo teniamo noi ancora qualche giorno". E abbiamo seguitato a tenerlo qualche giorno. Dopo di che siamo andati a cena in un paesino, a pranzo in un paesino qua dietro che si chiama Bagnone e mio marito stava con sua madre, mi disse "Vai a vedere il ristorante dove possiamo mangiare", e io sempre con il canetto in braccio vado al ristorante. Quando torno lui dice: "Ah sai, allora la mamma ha accettato il cane". A questo punto io sono diventata assolutamente scura in faccia e ho detto: "Che posto orribile, vi odio tutti" e Luigi ha capito che doveva fare la scelta tra me e la madre e il cane è rimasto a me e siamo vissuti in tredici anni in assoluta simbiosi. Io ho voluto un bene infinito a questo piccolo cane e lui a me, ma anche a Luigi, e quando è morto due anni fa - è morto un mese prima di mia suocera-, è stato un dolore enorme. E lì sicuramente c'è stato... no, perché dissi anche una cosa in più: "Io non ho mai avuto qualche cosa di piccolo" e quindi lì c'era un discorso di mancanza.
A cominciare da mio fratello, mia cognata, mi dicevano: "Eh vabbè, ma tu lo tratti come un figlio". "Beh, e allora? Qual è il problema? No?" A parte che coi cani piccoli credo ce l'abbiano tutti perché io vedo qui a Lerici è pieno di gente di una certa età con canetti piccoli che li considerino figli o nipoti non lo so, però insomma vedo che i loro atteggiamenti sono… cioè noi facciamo un errore, che facciamo quasi tutti come padroni di cani, che è quello dell'umanizzazione della bestiola: cane è e cane dovrebbe rimanere, invece noi lo trattiamo, molto spesso, come appunto un bambino, nipotino, una cosa così. Però io ho sentito questo giudizio; cioè i miei parenti - nessuno ha un cane, tantomeno in casa -, questa cosa, per esempio, non la capivano assolutamente, gli sembrava del tutto strano: "Un cane"?
Tieni conto che veniva con noi dappertutto, è venuto anche al cinema quando ho fatto una proiezione per i direttori di fotografia del primo film che ho prodotto, "Sierra Maestra"; lui stava al cinema, tranquillo, per cui voglio dire era… ha seguito tutto l'ultimo film che ho prodotto a lungometraggio, cioè di fiction che era "Giamaica", e ‘sto canetto - era un film tutto in notturno, otto settimane sempre di notte, per cui arrivavamo in teatro al pomeriggio alle tre e uscivamo la mattina dopo alle cinque, alle quattro di notte - , questa bestiola stava sempre lì, un po' perché era necessario nel senso che non si poteva lasciare a casa solo, però poi c'erano delle cose che sei obbligato a fare. Dargli da mangiare a quell'ora, preparargli da mangiare; allora queste sono cose che puoi fare per un bambino. Una nostra amica quando prendemmo questo primo cane disse: "Non lo fate, il cane è un bambino di nove mesi per tutta la vita", ed è assolutamente vero. Possono avere vent'anni, sono sempre dipendenti da te per portarlo fuori… e in più non ti rompono le scatole come i ragazzini o te le rompono meno."
soggetto animali domestici suocera cane giudizio sociale cinema responsabilità persone citate Faccini, Luigi (regista) [persona citata]


Back To Top