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“Non Ho Figli E Non Mi Sento In Colpa”

“Non ho figli e non mi sento in colpa”

La testimonianza di Babazuf, 55 anni:

Io ho scelto di non avere figli, è stata una scelta spontanea fin da piccolina, per poi arrivare ad una certa età e decidere appunto di non avere figli. Sicuramente la mia scelta non è data da un’infanzia infelice, perché io la mia infanzia me la ricordo come una bellissima stagione, piena di giochi, piena d’affetto dei genitori. Però forse, quel senso di maternità che si dice, quando siamo adolescenti, parlando con le coetanee, io non l’ ho mai sentito.

E poi andando avanti invece è stata una scelta meditata probabilmente dalla testa, dalla testa rispetto ai miei pensieri, io sono contenta di stare al mondo, ma se mi chiedessero “Vuoi rinascere?” io risponderei che non vorrei rinascere, perché secondo me due sono le disgrazie molto grosse che ti possono capitare. A parte il fatto di non poter scegliere di nascere, il fatto di morire e veder morire i propri genitori. E poi tutti gli affetti cari. Ma soprattutto ecco il fatto di concepire la tua morte dopo che non hai deciso di scegliere di venire al mondo. Il mio compagno attuale sicuramente ha più subito la scelta di non avere figli, pur condividendola, perché sennò c’era la possibilità di fare due strade diverse. Sono convinta, e questo mi dispiace, che probabilmente se trovava un’altra donna e se voleva figli questa donna, lui li avrebbe fatti.

No, non sento un senso di colpa perché deve avere la libertà lui di fare quello che vuole, io sono stata molto chiara sin dall’ inizio, perché quando decido di parlare con una persona mi apro totalmente, per cui gli ho detto da subito quali erano i miei modi di pensare, quali erano le mie ideologie, tanto che ho dovuto abortire perché io a 24 anni sono rimasta incinta.

Io non volevo bambini, me ne dispiaccio perché sono stata un po’ superficiale, perché già dovevano esserci dei mezzi per cui non si doveva arrivare all’aborto, ma sono pronta a scendere in piazza, a fare le barricate qualora fosse tolto l’aborto. Perché è una libertà della persona, si può fare o non fare. Io condivido la libertà di tutti, soprattutto le opinioni, ma la vera libertà è quella di decidere se fare o non fare.

Mi sono trovata a motivare la mia posizione con la società attuale, con una società senese che è una società molto piccola, dove i confronti avvengono quotidianamente, perché Siena è divisa in 17 contrade: persone amabilissime, una famiglia allargata, ma come in tutte le famiglie non te li puoi scegliere e allora devi portare il tuo pensiero e combatterlo.

E il tuo pensiero è un po’ particolare rispetto a quella che è la norma no? Che cosa vuol dire quella norma non lo so, il normale forse quello che fanno i più. E allora però per essere accettata come persona, per andare incontro a quello che pensi, bisogna che tu ti esponga e che tu dica e soprattutto devi far capire agli altri che come tu li rispetti, loro devono rispettare le tue scelte, devono rispettare tutti coloro che li circondano, al di là dell’abito, al di là degli studi, devono prima di tutto accettarli come persone.

Fin da piccola ho avuto questo tipo di pensiero, fin da piccola, si dice, intorno ai 7 e gli 8 anni che io ho fatto questo tipo di scelta, non lo so come mai: ora che ci rifletto, probabilmente mamma non è stata bene, è stata un anno in ospedale, ma è una cosa che mi sta venendo fuori ora. Intorno agli 8 anni la mamma è stata ricoverata per un anno. Non la potevo vedere nell’ospedale, veniva lei in portineria, perché io non potevo entrare. E dovessi dire ora mi è mancata, ma avevano supplito il babbo e la nonna, avevano supplito rispetto a quella che era la quotidianità. Probabilmente ecco ora mi sto rendendo conto, ma solo ora, perché me l’avevi chiesto: è la prima volta in 50 anni che penso una cosa di questo genere, nonostante tante volte me lo sia chiesto e mi chiedevo perché, nonostante io abbia un buon ricordo dell’infanzia, pensavo a una cosa di questo genere? Perché è anomala.

L’egoismo è forse non avere figli probabilmente no? Ma anche averli, anche averli perché sono un’appendice, sono una forza vitale che te ti dai, ma te devi vivere prima di tutto, questo è il mio pensiero, prima di tutto come persona e accettarti come persona senza avere troppe appendici, devi stare bene innanzitutto con te stessa per trovare l’equilibrio, per cercare di stare bene con gli altri.

 

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